AIgeist 16 💸 edition│I fiumi di soldi dietro l'AI│Le aziende che investono di più in USA e Europa │Stati che spendono, sorpresa Italia │e qualche eccezione: università, linguaggi e mondi
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Il tema è - I fiumi di soldi dietro l'AI
Solo due numeri fa abbiamo parlato di quanta energia consuma l’AI, e soprattutto i suoi - costosissimi - data center. Ma chi ci sta mettendo tutti questi soldi, che poi sono nella pratica trilioni? Come sempre, da un lato le aziende, pescandoli dai propri investitori o profitti, se ci sono, e dall’altro noi cittadini con le nostre tasse. Poi ci sono le sorprese. Facciamo il punto.
Big tech e altre aziende │ Stra-vincono i grandi
Cominciamo con due grafici essenziali, tratti dall’ottimo speech di Scott Galloway (video) all’evento OMR24 -Das Festival für das digitale Universum ad Amburgo-di pochi giorni fa
Cosa ci dicono? 3 cose essenziali:
3 aziende da sole (Microsoft, Amazon, Google) stanno controllando il 67% degli investimenti negli USA in AI
Il mercato le premia in modo sproporzionato, le stesse aziende stanno crescendo in Borsa come mai, letteralmente divorando risorse che non vanno al mondo dei venture capital e delle piccole azieende
Microsoft è il grande dominatore, sia in forma diretta che come partner (unico) dell’infrastruttura di OpenAI
Siamo negli USA, che per noi europei è ahimè il riferimento industriale (vedi oltre per il tema degli Stati). Il confronto UE-USA infatti, del quale abbiamo già parlato in senso più generale nel numero 6 di Aigeist emerge in modo plastico guardando la lista delle prime 5 aziende più capitalizzate sul fronte AI di qui dell’Atlantico, in Europa (allargata). Eccole, secondo l’autorevole Crunchbase (qui la lista completa, sotto registrazione a pagamento ma con 7 giorni gratis):
Di queste solo la prima appartiene all’Europa continentale, il resto è tra Londra e Cambridge. La breve descrizione ci dice anche che nessuna attacca frontalmente il cuore dei sistemi AI, i cosiddetti LLM, ma si occupano piuttosto di applicazioni cosiddette “verticali”, anch’esse utili ma non centrali per il sistema. I denari investiti poi sono risibili. Per capirci l’investimento nella francese Mistral, capofila dell’AI europeo, non è neppure il 3% di quanto investito dai 3 grandi gruppi in un anno (e anche Microsoft ci ha messo del denaro…); la quinta in classifica si porta a casa lo 0,3%. Bruscolini.
Il motivo centrale di questo gap è senz’altro la scarsa disponibilità di capitali di rischio che incidano sul tessuto industriale “locale”, europeo. Diamo allora un’occhiata ai principali VC che si occupano di AI in Europa (qui un’ottima lista aggiornata, con le principale aziende oggetto di investimenti). Abbiamo poi creato usando questo straordinario database di dati economici a firma OECD un confronto al volo tra Italia, Francia e Germania per gli investimenti in AI (inutile aggiungere altri, la nostra riga sparirebbe).
Il grafico riporta valori cumulati e non assoluti (cioè somma via via la raccolta anno dopo anno, l’ultimo anno racchiude i precedenti). Insomma povera Italia nel privato, ma nel pubblico è tutta un’altra storia (o almeno speriamo).
Stati e istituzioni │ Sorpresa Italia!
Se la corsa all’oro dell’AI vede gli Stati Uniti inarrivabili per le risorse investite fino ad ora, la Cina tallona gli americani nonostante i pesanti dazi usa sui chip per frenare il loro sviluppo. Alcuni dati raccolti dal World Economic Forum prevedono che la spesa cinese per l’AI supererà i 38 miliardi di dollari entro il 2027. Ma il regno di Xi Jinping, lo spiega bene questo video, ha un altro problemino: la frenata alla mobilità dei cervelli, sempre più “attenzionati”, che prima andavano a lavorare nelle grandi corp americane per importare in patria il tesoretto di conoscenze acquisite senza grossi intoppi e adesso sono guardati a vista (l’ultimo caso è quello di ex un ingegnere di Google accusato dall’FBI di aver rubato segreti commerciali). Anche se ancora il 38% dei ricercatori che lavorano nelle istituzioni a stelle e strisce sono cinesi contro il 37% americani.
(Nel video sopra uno speciale della TV singaporiana CNA in viaggio nell’AI cinese - inevitabilmente “controllato” ma comunque pieno di dettagli)
Nel frattempo, secondo questo studio, il governo spinge molto sulla formazione universitaria: il 47% degli esperti mondiali è cinese contro il 18% formato negli States.
Ma tornando agli investimenti tra i Paesi emergenti bisogna aggiungere l’India il cui governo ha appena annunciato un investimento di 1,25 miliardi di dollari in progetti di intelligenza artificiale, tra cui lo sviluppo di infrastrutture, fondi alle start up nazionali per lo sviluppo di grandi modelli linguistici. Un’altra partita è quella della Gran Bretagna che, secondo i dati di Forbes, ha il doppio delle aziende basate sull’intelligenza artificiale rispetto a qualsiasi nazione europea. Dal 2014, il governo ha stanziato oltre 2,3 miliardi di sterline per varie iniziative nel campo e nel bilancio 2023 ce ne sono altri 3,5 per la ricerca e lo sviluppo di un supercomputer quantistico made in Uk. In più ci sono sgravi fiscali e contributi per le PMI innovative: le aziende idonee riceveranno 27 sterline dallo stato per ogni 100 sterline di investimento in R&D.
L’Europa fa quello che può per non perdere terreno attraverso i suoi programmi Next Generation e PNRR dedicati alla trasformazione digitale che ammontano a 116,8 miliardi. Di questi, più di (o meglio solo!) 4 miliardi sono per l’AI. A sorpresa il Paese che all’oggi sta investendo di più nelle infrastrutture digitali nel suo complesso è proprio l’Italia (42 miliardi) seguita dalla Spagna (18 miliardi) e la Germania con 12. Ed è sempre il nostro Paese primo in classifica nel collocamento di progetti legati all’intelligenza artificiale con 1,895 miliardi di euro destinati, con la Spagna che mette sul piatto 1,2 miliardi di euro. Insieme, le due nazioni rappresentano il 71% degli investimenti totali all’interno dei programmi europei.
Sorprese e altre stranezze da tenere d’occhio
Ma se il mondo degli investimenti AI è fatto di giganti e di Stati nazionali, non tutto cade necessariamente in quella rete. Abbiamo raccolto qui sotto vari esempi di investimenti singoli, speciali o interessanti per voi.
L’Arabia Saudita investirà 40 Miliardi nell’AI
Dopo lo sport e aziende come Uber, tocca al al nostro campo preferito, con il supporto di un importante fondo VC statunitense
Fonte: AIbusiness.com
Il sistema universitario del Regno Unito investe 300 milioni di sterline
Servirà a creare il nuovo Artificial Intelligence Research Resource (AIRR) che terrà insieme gli sforzi di atenei come Cambridge e Bristol, sede di un supercomputer dedicato.
Fonte: University World News
Amazon investe altri 4 miliardi di dollari in Anthropic
Si approfondisce con un nuovo cospicuo investimento la collaborazione della corazzata dell’ecommerce e media con la scale up rivale di OpenAI.
Fonte: Amazon News
Startup “vecchia” di 6 mesi vale 2 miliardi
Il nome è Devin e si tratta di un ambiente di sviluppo software, simile a un linguaggio di programmazione, interamente costruito con e per l’AI. Per capirci, da solo vale più di tutta ‘industria AI italiana dalla sua nascita.
Fonte: AIbusiness.com
Insomma, se vale la scommessa del “trillion dollar business”, siamo davvero solo agli inizi. Non è infatti facile trovare traccia di investimenti in AI “pesanti” da parte di aziende tradizionali - pensiamo all’automotive o all’health, anche se qualche caso si vede già. Le discussioni per ora sono soprattutto sul piano dell’efficienza (leggi, taglio di costi) più che dell’innovazione vera e propria. Ma scommettiamo che tra 12 mesi ci rivediamo qui e il contesto sarà già cambiato? Restate collegati, non è finita.