AIgeist numero 6 │Il gap UE-USA nell'AI fa paura│Reddit cede i dati degli utenti per fare training │Programmi elettorali pro-tech │Il sondaggio
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Il tema è - Il gap UE-USA in cifre e cosa possiamo fare
Un decimo, il 10%. Partiamo da qui. È il dato degli investimenti effettuati in Europa rispetto agli USA in intelligenza artificiale tra il 2012 e il 2020, quando si sono messe le basi per quello che oggi chiamiamo il boom dell’AI (la fonte è l’OECD). Utenti? Con solo il 4% della popolazione mondiale, gli USA fanno il 15% del traffico di ChatGPT - tutte le nazioni europee ben staccate. Dove invece l’Europa si distingue è nel numero di leggi fatte per regolamentare l’AI: solo nel 2022 gli USA ne hanno emesse 22, ma sul podio ci sono anche il Portogallo con 13, la Spagna con 10 e “solo” quarta l’Italia con 9, a parimerito con la Russia (dove ChatGPT è peraltro vietato).
Ma chi ha costruito questo primato USA? Ironicamente, drammaticamente, soprattutto le università europee. Secondo questa ricerca sui talenti dell’AI, il 60% lavora negli Stati Uniti - e solo il 10 in Europa - e due su tre “americani” si sono laureati all’estero. È il cosiddetto “brain drain” europeo, ben studiato in questo paper del 2021 che rilegge i flussi migratori dei giovani studenti e ricercatori attraverso un insieme di ricerche sul territorio.
Ma d’altra parte, chi ci capisce qualcosa di dove sta andando l’EU? Già solo navigare tra le pagine e pagine di comunicati e annunci riguardanti i nostri temi sul sito della Commissione europea è un esercizio interessante quanto faticoso, sicuramente l’usabilità del tutto è da migliorare. Non contenti, esistono svariati altri siti verticali che parlando di AI ACT, data ACT e innovazione in generale, in un guazzabuglio di difficile comprensione per il cittadino o l’imprenditore. C’è poi la voce dell’industria, tra tutte quella di Digital Europe, sorta di lobby dedicata al mondo tecnologico/digitale ora a testa bassa su questi temi. Nel loro manifesto (pdf) dedicato all’AI gran parte del contenuto è dedicato a rischi e regolamenti, come se la crescita del settore non fosse interessante (o forse è scontata, ma guidata da fuori EU). D’altra parte la leadership stessa del gruppo è capitanata da un esperto di cose legali, non da un imprenditore. Speriamo in una semplificazione grazie alla creazione di un AI office centrale, decisione presa a inizio 2024 e che vedrà l’applicazione concreta nei prossimi mesi “senza sovrapporsi con organi già esistenti”. Tra le priorità ci sarà senz’altro l’implementazione del cosiddetto AI ACT (qui in PDF), nato tra fine 23 e inizio 24 e secondo molti addetti ai lavori (anche non UE) un ottimo contributo allo sviluppo ordinato del settore. Potremmo farci ispirare da questo portale unificato del Governo indiano, agile, ben scritto, semplice e diretto.
Poi ci sono i giganti USA e i loro investimenti in Europa. Di pochi giorni fa è la notizia che Microsoft - l’azienda che sta sostenendo gran parte degli investimenti per sostenere l’infrastruttura di OpenAI e ChatGPT - ha deciso di mettere la bellezza di 3,3 miliardi di Euro in Germania per servizi cloud dedicati all’AI, che si aggiungono ai 2,5 promessi a UK. In entrambi i casi ci sono state strette di mano tra figure di spicco in Microsoft come il presidente Brad Smith e primi ministri come Scholz e Sunak. Tutto bene? Affatto, ricerche indipendenti vagliate dalla rivista Time spiegano che questo “colossale” investimento che muove le leadership politiche europee raggiunge a malapena il 3% di quanto investirà la casa di Redmond nei prossimi anni, essenzialmente in USA.
E i 900 milioni stanziati dal governo di Londra in infrastrutture IT sono una formica a confronto alle decine, se non centinaia di miliardi investite da aziende USA per costruire data center e sviluppare sistemi linguistici.
Dove invece l’Europa potrebbe senz’altro eccellere è nella messa a fattor comune e successivo sviluppo tramite AI della cosiddetta “industria 4.0”, dove il tessuto industriale del nostro continente ha un vantaggio competitivo notevole anche verso i rivali più grandi come Cina e USA, godendo di un’ampia base di impianti robotizzati e che utilizzano l’IoT (Internet of Things). Qui lo spazio è tanto, ma ci sono barriere, spiega bene questo report aggiornato al 2023 (in pdf) a firma del centro di ricerca tedesco Konrad-Adenauer-Stiftung. Prima di tutto la circolazione dei dati e il loro scambio, il cosiddetto “mercato unico dei dati” che da un lato è agevolato dalla legislazione GDPR ma dall’altro è anche ingabbiato da leggi e leggine nazionali, di nuovo. La ricerca definisce questo come il più grande e tallone d'Achille dello sviluppo dell’intelligenza artificiale come strumento di crescita economica complessiva e opportunità di leadership per il nostro mondo europeo.
Comunque per non farci mancare nulla ogni Stato nazionale europeo ha realizzato un proprio piano di sviluppo sull’AI (qui quello italiano, in pdf, e che riguarda 2022-2024). Tra i dati riportati una conferma: il nostro sistema scientifico nazionale è un buon produttore di sapere, ma il nostro sistema economico investe tropo poco. E torniamo alla migrazione dei cervelli, altro che tallone d’Achille…
NDR Per realizzare questo post abbiamo utilizzato ampiamente l’”Artificial Intelligence Index Report 2023” a cura dell’università di Stanford (pdf) e il paper “Artificial Intelligence: Europe must start dreaming again” a cura della fondazione Robert Schuman - pdf.
Da ricordare in breve> La questione del gap tra Europa e USA - ma anche Cina - nel campo dell’AI è di scottante attualità. Come spesso accade non si tratta di un solo problema o situazione contingente ma di un insieme di fattori, tra i primi la cessione di talenti imprenditoriali e tecnici verso mercati più ricettivi ma anche una gestione rigida e spezzettata dei dati e la mancanza di infrastrutture di base come la produzione di semiconduttori e la disponibilità di basi dati su cui eseguire training dei modelli. L’UE si sta dando da fare per semplificare e accelerare, ma la strada è ancora lunghissima, secondo alcuni infinita.
L’idea è - La nostra vita digitale, secondo Reddit, vale almeno 60 milioni
Nella pesca a strascico dell’AI ci siamo dentro anche noi. Nessuno può essere sicuro al 100% che qualche pezzo della sua storia digitale sia già finita nel tritacarne dei LLM che alimentano i bot. L’ultima novità di Sam Altman, il bot di creazione di video iperrealistici Sora ha sollevato ancora nuovi dubbi: come fanno ad essere così aderenti alla realtà? Su cosa sono stati addestrati? Il problema dunque non è se e dove, ma quanto valgono. Non deve stupire quindi se Reddit, piattaforma di community che tocca argomenti di ogni genere, ha deciso di monetizzare i contenuti generati dai 57 milioni di utenti. La casa editrice Advance che possiede anche Condé Nast li ha venduti a un grande player dell’intelligenza artificiale per 60 milioni di dollari, che probabilmente li aveva già incorporati (gratuitamente). Nessuna sorpresa dunque anche dai tanti utenti che usano il social: “Noi siamo il prodotto”, dicono. Pochi sono quelli che insorgono, che vogliamo essere pagati per quello che scrivono, e minacciano di abbandonare la community. Ma per andare dove? Ci sono luoghi digitali che sono al riparo dal “crawling” dell’AI? No. Basta leggere la policy OpenAI secondo cui le informazioni che vengono raccolte sono tutte quelle “ liberamente e apertamente disponibili su Internet ad esclusione di quelle protette da paywall o provenienti dal dark web”. Egualmente escluse le pagine che hanno inserito il blocker per impedire a GPTBot di accedere ai propri contenuti. Poca roba. La realtà è che presto dovremmo essere noi a pagare per non essere integrati nell’ingranaggio. Esattamente quanto propone (vedi Finambolic 291) Apostrophy un’azienda svizzera che ha inventato un sistema operativo, che assicura la privacy assoluta, l’indipendenza dai servizi dei Google e la certezza che il vostro agire non alimenterà ChatGPT o altri algoritmi. A 15 dollari al mese. No, non c’è nulla che possiamo fare per difenderci, il resto è ipocrisia.
I modelli linguistici di OpenAI, compresi quelli che alimentano ChatGPT, sono sviluppati utilizzando tre fonti primarie di informazioni:
(1) informazioni pubblicamente disponibili su Internet (NOI),
(2) informazioni concesse in licenza da terzi e (3) (NOI)
informazioni fornite dai nostri utenti o dai nostri formatori umani (NOI)
Tempo di lettura> 10 minuti
🔗 Reddit Signs AI Content Licensing Deal Ahead of IPO - Fonte: Bloomberg.com
Chat&risposta: Come colmare il gap tecnologico tra Europa e Stati uniti, il programma
Sei un giovane politico europeo candidato alle prossimi elezioni. Il tuo programma è incentrato sul gap tecnologico tra Europa e Stati Uniti. Cosa scriveresti per convincere i giovani a votarti?
Prompt del team AIgeist.ai per ChatGPT4
RISPOSTA
Ecco il Programma Innovativo per l'AI per conquistare il voto della Generazione Z e i Millennials
Tech Skills del Futuro: Lanciamo bootcamps di AI e programmi di coding accessibili online e in presenza, per equipaggiare i giovani con le competenze digitali del domani.
Ricerca Cool e Accessibile: Aumentiamo i finanziamenti per progetti di ricerca su AI che siano open source e collaborativi, coinvolgendo giovani ricercatori e innovatori.
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Verde e Smart: Puntiamo su AI che risolve problemi reali, come il cambiamento climatico, promuovendo progetti che combinano tecnologia e sostenibilità.
Voice of the Youth: Apriamo tavole rotonde e forum online dove i giovani possono esprimere le loro idee e preoccupazioni sull'AI, influenzando le politiche future.
Tech for Good: Incoraggiamo l'uso dell'AI per progetti sociali e di volontariato, offrendo visibilità e supporto a chi utilizza la tecnologia per fare la differenza.
Talent Hub: Creiamo una rete di talenti in AI, con borse di studio, programmi di scambio e opportunità di networking per attrarre e mantenere i giovani talenti in Europa.
Note:
Secondo il bot il programma delineato che mira a creare un ecosistema favorevole per l'innovazione e lo sviluppo tecnologico, se attuato efficacemente, potrebbe iniziare a mostrare risultati significativi entro 5-10 anni con un investimento annuale di 12 miliardi di euro