AIgeist numero 7 │Il vento di Mistral cambierà il panorama europeo dell’AI? │Smartphone intelligentissimi: a che punto siamo │Case da sogno progettate dal bot │Il sondaggio della settimana
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Il tema è - Il vento di Mistral cambierà il panorama europeo dell’AI?
Soffia un vento freddo sulle istituzioni europee, è quello di Mistral.ai (maestrale in francese). La concorrente europea di OpenAI, dopo un’attività di lobbying per favorire l’apertura al mondo dell’intelligenza artificiale generativa, ha forzato la mano siglando in questi giorni un’alleanza con Microsoft. La startup francese, fondata solo 10 mesi fa da tre ingegneri trentenni, Arthur Mensch, Guillaume Lample e Timothée Lacroix, laureati al Politecnico di Parigi ma con un bagaglio di esperienze in Meta e Google, vale già 2 miliardi e lunedì 26 ha firmato un ricco accordo con l’azienda di Seattle. La partnership prevede un investimento di 15 milioni e l’annessione dei suoi modelli AI sulla piattaforma di cloud computing Azure.
Se volete capire a che punto è il loro bot che si chiama Le Chat (🐈⬛ in francese) potete provarlo qui
La reazione politica di Bruxelles è stata immediata. Il parlamentare europeo Brando Benefei, quota PD, ha sollevato, come scrive Reuters, forti perplessità sul deal e accusato Mistral di aver esercitato troppe pressioni per avere più libertà nel business: "La sicurezza dei modelli di Global Partnership sulla Artificial Intelligence va salvaguardata e presenta rischi sistemici. Questa storia dovrà essere ulteriormente indagata". Vedremo quali saranno gli sviluppi, nel frattempo Bruxelles ha messo sul piatto 4 miliardi di euro e l’istituzione di uno sportello unico per stimolare l'adozione della tecnologia AI da parte di startup e PMI (vedi AIgeist n. 6) e Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, in un post su Linkedin magnifica Bruxelles che sta rendendo l’Europa il posto migliore per le startup nel campo dell’intelligenza artificiale affidabile. Se la “pepita” dell’AI del vecchio continente all’oggi si chiama Mistral quali sono i suoi concorrenti o le altre aziende che stanno sviluppando le applicazioni di LLM?
Qui una tabella delle realtà europee che hanno raccolto più finanziamenti nell’ultimo anno.
Non male tutto sommato. Nonostante i paletti della burocrazia il panorama delle startup nell'ambito dell'intelligenza artificiale generativa è vivo e vegeto soprattutto in Germania, Svezia, Francia e Paesi Bassi. Lo dice il rapporto “Generative AI in the European Startup Landscape 2024” stilato da l'appliedAI Institute for Europe, ente senza scopo di lucro nato nel 2022 a Monaco per rafforzare l'ecosistema europeo di AI.
Secondo questa ricerca in UE sono presenti circa 6300 startup AI, di cui circa il 10,6% può essere classificato come generativo e sono localizzate in Germania (19,9%), Francia (17,5%), Paesi Bassi (10,9%) e Svezia (8,2%).
Aziende che si fanno spazio nonostante la scarsità degli investimenti se paragonati agli Usa: solo 2,37 miliardi di euro (il 63% dei quali provenienti da istituzioni private) contro i 14,3 incassati da OpenAi e Anthropic. Altro punto debole, evidenzia la ricerca, è la dimensione del team: la media dei dipendenti di ogni startup è di circa 10 unità.
Da ricordare in breve> Mistral, startup parigina nata 10 mesi fa, incassa da Microsoft un assegno da 15 milioni e l’entrata nell’ecosistema di Azure. I burocrati europei storcono il naso, ma nel frattempo ci sono nel vecchio continente, nonostante i pochi investimenti, più di 6000 startup che si danno da fare per farsi spazio nel mercato globale dell’AI.
La risorsa è - Case progettate con l'AI
“Questa casa dall'architettura moderna è progettata con un esterno attuale e si trova vicino alla spiaggia di Shanghai, in Cina”. Come se a Shanghai ci fosse una spiaggia… ma tanto che importa, neppure la casa esiste. L’ha prodotta questo generatore di edifici impossibili messo a punto con l’AI da tal @levelsio usando come knowledge base le abitazioni riprodotte sul giornale online di architettura Archdaily.com.
Non si possono dare specifiche o input ma solo far girare la roulette e vedere cosa produce l’algoritmo.
Si può invece votare, salvare la preferita come abbiamo fatto noi sotto o generarne altre usando le keyword di quella che state vedendo, per esempio “[paris] [france] [] [exterior] [beach] [steam] [view] [wood] [jacuzzi]. Buoni sogni.
Utile per> Chi ama sognare a occhi aperti o alla ricerca di ispirazione. Oppure se siete architetti momentaneamente senza idee
🔗 Link: Thishousedoesnotexist.org
🪙Prezzo: gratuito
L’idea è - Smartphone intelligentissimi: a che punto siamo
“Vi assicuro che tra 5-10 anni nessuno userà più le app sul proprio smartphone”. Ci va giù duro il ceo di Deutsche Telecom Tim Hoettges alla mega-fiera dei telefonini di Barcellona che si tiene in questi giorni, il MWC. Il perché è semplice: l’unica app sarà un sistema di AI che fa tutto quello che facciamo oggi con svariate icone. Basta digitare - ora si parla.
Vista così è una vera rivoluzione e non solo tecnologica: Apple dichiara per esempio di aver generato 1.1 trilioni (sì, trilioni) di dollari per chi sviluppa APP nel 2022. Può saperlo e dirlo perché il suo marketplace di app è un cosiddetto “gatekeeper”, vale a dire dobbiamo passare da lì ogni volta che scarichiamo una app. Ma se le app sparissero sostituite da un “sistemone” AI?
Per ora ci sono pochi dati su come gli utenti reali stiano usando i software verticali di AI sui cellulari, compresa la nuova app “audio” di ChatGPT recentemente annunciata anche per Android in forma di widget.
Noi la usiamo da un po’ e non è ancora stabilissima: l’individuazione della lingua in cui si parla è imperfetta, molte risposte non vengono date per le consuete limitazioni sui servizi di real time di ChatGPT stesso (provate a chiedere una mappa per andare dal punto A al punto B e vedrete…) ma ormai ci siamo. La versione per iPad ci sembra un po’ meglio, ma non siamo ancora dove la fantasia ci vorrebbe portare.
Poi c’è la tecnica “dura”: solo gli smartphone di punta possono far funzionare questi software, i cosiddetti “next gen”. In questa analisi di IDC trovate le specifiche tecniche richieste, e non è roba da poco, anche se ci siamo già sul 15% del venduto 2024. Molti analisti sostengono che solo quando i sistemi AI saranno “embedded” anche sui telefonini a basso costo le cose potranno cambiare, e parliamo di anni.
Insomma il “superciclo” che farà reimpennare le vendite di smartphone dopo la picchiata del 2023 non è cosa certa né stabile
E se l’Oriente butta il cuore oltre l’ostacolo (qui l’annuncio di Honor a Barcellona per lo smartphone AI) tutti stanno a guardare cosa farà Apple. Non è chiaro, ma questo articolo investigativo del Financial Times dice il possibile: ci sono brevetti, acquisizioni e paper accademici che cominciano a delineare uno scenario, in mezzo alla classica segretezza di Cupertino. Vedremo.
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