AIgeist numero 5 │ L'AI moltiplica l'"enshittification"? Parliamone │Idea d'impresa: 89 secondi per sì o no│Il bot filosofo sale in cattedra│Panda o Pandina, ChatGPT risponde │Sondaggio, quante volte?
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Il tema è - L'AI moltiplica l'"enshittification"?
Oggi parliamo di "enshittification" (traducibile in “va tutto in vacca”, qui la definizione su Wikipedia) e il concetto nasce da un’idea di Cory Doctorow per descrivere il declino qualitativo delle piattaforme online come Facebook, Google o Amazon. Secondo il giornalista canadese autore di un discusso e incredibilmente brillante recente articolo sul New York Times il processo si svolge in tre fasi: inizialmente, le piattaforme beneficiano gli utenti; successivamente, sfruttano gli utenti per favorire i clienti aziendali; infine, degradano anche questi ultimi per massimizzare i propri profitti. Doctorow esplora le cause di questo fenomeno, evidenziando come la deregolamentazione e la concentrazione del mercato abbiano eroso le forze di controllo come la concorrenza, la regolamentazione, l'autodifesa degli utenti e il potere negoziale dei lavoratori. L'articolo propone di rivitalizzare queste forze per contrastare l'enshittification, sennò lasceremo che “ogni pirata diventi un ammiraglio”. Bell’idea, ma come? E cosa c’entra con L’AI, vi chiederete?
Ha risposto lucidamente un altro giornalista e curatore di TED, Bruno Giussani, in un amaro contributo su Linkedin intitolato “WAKING UP TO #ENSHITTIFICATION”. Difficile riprodurre il tono di scoramento e i dettagli informativi del post, ma in breve: ci sono già tutti i segnali che l’uso che stiamo facendo dell’AI oggi soprattutto in ambito “contenuti” (parola che l’autore giustamente odia) mostra già i segnali di una caduta verticale su molti fronti. Lasciamo gli esempi al post stesso. Interessanti anche i commenti sotto il contributo del curatore di TED, unanimemente concordi.
Discorsi ad altissimo rischio perché si corre sul filo del “si stava meglio etc etc”, e pensiamo qui alla musica pre-rap (o pre-rock?) o alla letteratura o al cinema etc e a tutte le classiche proteste del “meglio prima”. Ma il punto c’è, e non riguarda l’AI per se, ma come noi gestiamo il processo tecnologico e le grandi piattaforme, e qui Doctorow ha un grande punto. Anche polemisti certo non luddisti, al contrario, come la coppia d’acciaio della critica tech moderna Kara Swisher e Scott Galloway esprimono nel loro podcast Pivot idee durissime sull’evoluzione del sistema Meta, i suoi tentativi (ritenuti inefficaci e parziali) di fermare la diffusione di contenuti generati dall’AI, e il suo impatto sui minori. Ma alla fine mettono la colpa nelle mani giuste, che è quella dei legislatori che devono regolare gli eccessi. Lo faranno per l’AI? Ne parleremo meglio in un prossimo numero di AIgeist.
Per chiudere con il tema, torniamo sulla terra seppur digitale e segnaliamo questo bel contributo che viene dall’università di Alberta (Canada) e si intitola “Beware of Botshit: How to Manage the Epistemic Risks of Generative Chatbots". Propone alcune soluzioni anche tecniche per l’imitare l’impatto dell’accoppiata fatale chatbot + spam + enshittification.
Insomma, continuiamo a vigilare e rimaniamo positivi. Sennò è come se vedessimo la categoria “sport” solo attraverso la prima pagina di un giornale che porta solo notizie di razzismo, violazioni arbitrali e bullismo. Lo sport è tante cose, tutte diverse e spesso bellissime. Forse “mala tempora currunt”, ma voltarsi dall’altra parte non è un’opzione: dobbiamo essere protagonisti di questo cambiamento, magari critici ma protagonisti. Perché shit, notoriamente, happens.
E se proprio non sappiamo che fare, creare e riderci sopra è sempre un’opzione.
Da ricordare in breve> Tra le frequenti critiche all’imporsi dei sistemi di AI ci sono quelle che segnalano l’azione di accelerazione di queste nuove potenzialità tecnologiche su un contesto già compromesso dalla cosiddetta “enshittification”, cioè il progressivo impoverimento dei servizi digitali online e del loro sottostrato economico e finanziario. AIgeist invita a vedere anche altre facce della medaglia, e continuare a leggere, vigilare e provare mettendoci le mani.
La risorsa è - Idea d'impresa: chiedi all’AI
89 secondi per avere un’opinione sulla vostra idea imprenditoriale del secolo? Abbiamo provato ed è vero. Il progetto è questo: immettere una “business idea” ben scritta in poche frasi, o il link al vostro sito web di startup, e ottenere un insieme di feedback basati su un mix di modelli di sviluppo possibili con pro e contro (SWOT, PESTEL, Porter e altri) e sull’intelligenza artificiale. Il risultato è un report molto chiaro e semplice, nel caso della nostra proposta nulla di sconvolgente ma un paio di cose sorprendenti, dimenticate o sfuggite c’erano eccome. Ci sono anche spunti di marketing come slogan e tweet da spendere immediatamente. Insomma, risorsa utile, e in più si possono leggere decine di altri casi già studiati e condivisi nella piattaforma.
Utile per> Imprenditori in erba che hanno tante idee nel cassetto ma temono di parlarne per l’ennesima volta con amici e parenti. Imprenditori veri che non hanno paura del feedback. Curiosoni.
🔗 Link: Venturusai.com
🪙Prezzo: Gratis solo 10 report standard in un mese, e non produce pitch deck o analisi di idee complesse. 20 dollari al mese per rimuovere alcune delle limitazioni suddette, poi si va su prezzi ad hoc che includono API, watermark dei report personalizzati etc.
L’idea è - La chat per allenare il pensiero in classe
-Studente: Ciao, sono uno studente di filosofia e vorrei parlare con te di alcune questioni. Chatbot: Benvenuto, sono Platone, il fondatore dell’Accademia di Atene e il maestro di Aristotele. Sono lieto di dialogare con te e di condividere le mie idee. Studente: Grazie, sono onorato. Vorrei chiederti cosa pensi della realtà. Cos’è la realtà per te? -
Questo è un esempio di un possibile dibattito filosofico che, secondo un addetto ai lavori, il prof. di lungo corso Enzo Ruffaldi, testimonia come l’intelligenza artificiale possa essere utile nella didattica, anche della filosofia. Dentro le aule, o nelle camerette degli studenti, il bot può stimolare gli studenti a riflettere su diversi temi, sviluppare il pensiero critico anche attraverso un dibattito aperto e/o la sfida con la macchina. Meglio se supportata da insegnanti che sappiano intervenire e guidare questo rinnovato laboratorio del pensiero. Si perché, secondo le ultime statistiche, ChatGPT conta ormai 100 milioni di utenti alla settimana che si intrattengono a dialogare con il bot per circa 7 minuti, non solo per creare fake news, immagini sciocche, video illeciti ma perlopiù per chiedere consigli, assistenza nello studio e nell'apprendimento, programmare, praticare nuove lingue, o generare idee sia in ambito professionale che personale. Insomma è diventato il nostro personal training del pensiero. Non ci sono dunque più dubbi sul fatto che l’AI entrerà a far parte delle attività scolastiche dei più giovani: lo dimostrano i numerosi corsi per docenti già attivi sul portale della Pubblica Istruzione Scuola Futura, finanziati con il PNRR. E a volere che l’AI salga in cattedra sono anche i genitori.
Una recente indagine dell’istituto di ricerca YouGOV negli Stati Uniti vede il 54% dei genitori favorevoli all’insegnamento dell’utilizzo in modo appropriato l’intelligenza artificiale a partire dalle scuole primarie e secondarie
La corazzata Microsoft è già sul pezzo. Nel portale dedicato all’Education sono già presenti i toolkit per addestrare i docenti sulle procedure migliori per spiegare l’AI ai bambini e tante altre risorse. Come ad esempio il video a cura di Mike Tholfsen, che in mezz’ora passa in rassegna gli strumenti di Copilot per facilitare il lavoro dell’insegnante e fargli risparmiare tempo organizzando al meglio la propria agenda e le esercitazioni da proporre in classe. L’ultima app per l’apprendimento è invece il coach di lettura basato sull’AI che invita i più piccoli, anche quelli dislessici, a inventare storie e a imparare e memorizzare le parole supportati dalla lettura immersiva.
Tempo di lettura> 10 minuti circa
🔗 L’intelligenza artificiale nella didattica della filosofia - Fonte: Loescher.it
Chat&risposta: Panda o Pandina?
La Panda, l’auto più venduta in Italia, cambierà nome. Si chiamerà Pandina e d’ora in poi avrà solo il motore mild hybrid. Il nuovo modello invece, totalmente elettrico, sarà “ormonizzato” come la Cinquecento, raggiungerà una lunghezza di 4 metri e un prezzo di circa 23 mila euro. Ma quale mi converrà comprare? L’abbiamo chiesto a ChatGPT.
Devo comprare una nuova auto. Sono indeciso tra benzina, ibrida o full electric. Crea una tabella dove metti le seguenti righe: costo di acquisto medio in euro; costo al chilometro medio; autonomia di percorrenza; uso ideale; durata media del veicolo. Nelle colonne i tre tipi di auto
Prompt del team AIgeist.ai per ChatGPT4
RISPOSTA
Per creare una tabella che confronti le auto a benzina, ibride e full electric in termini di costo di acquisto medio, costo al chilometro medio, autonomia di percorrenza, uso ideale e durata media del veicolo, utilizzeremo informazioni generali e medie, considerando che i dati specifici possono variare a seconda del modello, del marchio e dell'anno di produzione dell'auto.
Note:
Costo di acquisto medio: I prezzi variano in base al marchio, alle caratteristiche specifiche e agli incentivi governativi per le auto elettriche.
Costo al chilometro medio: Include il costo del carburante o dell'energia elettrica e la manutenzione. Le auto elettriche hanno generalmente costi di manutenzione più bassi.
Autonomia di percorrenza: Dipende dalla capacità del serbatoio o della batteria e dal consumo energetico del veicolo.
Uso ideale: Le auto a benzina sono ancora preferite per lunghe distanze a causa della maggiore disponibilità di stazioni di servizio. Le auto ibride sono versatili, adatte sia alla città che alle lunghe distanze grazie alla combinazione di motore a combustione e motore elettrico. Le auto full electric sono ottimali per l'uso urbano dove le distanze sono minori e vi è maggiore disponibilità di punti di ricarica.
Durata media del veicolo: Le auto elettriche tendono ad avere una maggiore durata della batteria e minori necessità di manutenzione rispetto alle auto a benzina e ibride, ma la sostituzione della batteria può essere costosa.
Questa tabella offre una panoramica generale e le specifiche possono variare notevolmente a seconda dei modelli specifici e delle tecnologie in evoluzione.