AIgeist numero 3 │ Il tema: l'AI cambia i media │ La risorsa: video fai da te │ La critica: l'AI di oggi è cattiva scienza (ma utile) │ Chat&risposta: slogan elettorali USA │Sondaggio: capire il mondo
Benvenuti in AIgeist, la newsletter settimanale che parla semplicemente di AI.
Ogni mercoledì alle 7. Le altre nostre newsletter: Finambolic (martedì), Xerotonina (giovedì)
Il tema è - l’AI nei media
Quanta AI c’è nell’informazione oggi? E come facciamo a riconoscerla?
Per rispondere, partiamo da chi l’informazione la fa: ecco l’elenco di tutti gli ambiti di uso stilato in questi giorni dall’International News Media association che unisce oltre 20mila addetti dei media che operano in 94 Paesi.
Vediamo qualche esempio: India Today usa una presentatrice virtuale (vedi immagine sotto, o un video qui) per leggere i notiziari mentre il gruppo australiano News Corporation la sfrutta per produrre 3.000 notizie locali a settimana. L’agenzia Bloomberg ha sviluppato un proprio modello di LLM (Large Language Model) che suggerisce i titoli delle notizie, la BBC la usa invece per adattare la notizia a diversi formati (testo, video, gallery) e a vari target (pubblico differente a seconda del luogo o dell’età).
Quello che fino ad ora ha avuto un approccio più pragmatico e fattivo è stato il quotidiano e piattaforma svedese di news Aftonblandet che ha istituito un team ad hoc per esplorare e inventare nuovi formati con la manina dell’AI. La prima idea messa in pratica è la notizia in 5 punti (classico formato “alla ChatGPT”) che offre l’informazione essenziale dell’articolo e viene dichiarata nel disclaimer. L’altra è uno strumento per i giovani che fornisce dei pacchetti di informazioni aggiuntive (dei “bigini”) del contenuto.
Dal lato della produzione giornalistica l’AI è usato ampiamente per la revisione dei testi.
I professionisti di Stoccolma hanno a disposizione nel loro sistema editoriale un menù aggiuntivo di strumenti intelligenti che possono o meno attivare per rivedere il proprio articolo. Per Martin Schori, capo del progetto, l’esperimento è riuscito poiché ha eliminato la paura dai redattori, che possono verificare in tempo reale l’effetto della sperimentazione con i feedback dei lettori.
L'agenzia americana Associated Press ha invece adottato linee guida rigide per l'uso dell'AI generativa, limitando l'uso di ChatGPT ai contenuti non pubblicati e vietando la manipolazione di foto, video e audio. Il manuale interno sottolinea che qualsiasi materiale dubbio ricevuto in redazione, che potrebbe essere generato artificialmente e privo di verifica, non deve essere utilizzato.
E qui arriviamo ai synthetic media, cioè al propagarsi di contenuti interamente creati con l’AI, tra i quali i deepfakes. Oggetto di un deepfake da milioni di visualizzazioni è stata la cantante Taylor Swift: qualcuno ha creato con le piattaforme di AI una falsa immagine pornografica circolata sui social (X, già Twitter, è dovuto intervenire spegnendo temporaneamente la ricerca del termine “Tailor Swift” per fermare lo tsunami). Nell’attesa di una regolamentazione che non c’è, (anche se i grandi gruppi come Microsoft, Tik Tok, Meta stanno lavorando a uno standard comune) cioè un bollino che identifichi i contenuti veri da quelli artificiali, l’AI nel giornalismo è entrato nella pratica quotidiana. In Italia i corsi di intelligenza artificiale generativa vengono accreditati dall’Ordine e fortemente consigliati per la formazione continua dei professionisti.
Da ricordare in breve> L’AI è entrata nelle redazioni dei giornali soprattutto come strumento di revisione, traduzione e adattamento a pubblici diversi dei contenuti. C’è chi la usa in maniera esplicita e massiva e chi invece con cautela, come le agenzie di stampa internazionali. È uno strumento che snellisce i processi e migliora l’esecuzione di alcune operazioni, ma se il contenuto è spazzatura il trattamento con l’AI non cambia la sostanza e sempre spazzatura rimane. Galleggia per un po’ e poi affonda.
La risorsa è - i video fai da te
Cominciano finalmente ad apparire piattaforme per la creazione di video comandate dall’AI ben funzionanti. Questa che abbiamo provato e vi suggeriamo si chiama Veeed.io, ed è tra le più efficaci. Si connette direttamente a ChatGPT4, ereditandone tutta l’usabilità: si comanda con una semplice chat. Basta infatti fare clic qui per “lanciare” una versione di GPT (4, ripetiamo) pronta a generare video all’istante senza scarica nulla o registrarsi. Noi abbiamo fatto varie prove, e ve ne riportiamo qui un paio come esempio.
La prima ha come prompt “un viaggio in moto in un paesaggio alpino e la moto è guidata da un cane con le orecchie lunghe”. Il sistema ci ha provato, mettendo insieme in un collage improbabile e a suo modo buffo vette alpine, immagini di cani e di moto, una ragazza in motorino con un cocker nel cestino eccetera. Cestinato.
Capito come funziona il Sistema usando un po’ di prompt – in breve, fa un collage di video stock, legandoli in una sceneggiatura tipicamente AI – abbiamo provato con “Realizza un video con i voli in aereo sulle 3 città più belle d'Italia”. Dopo qualche interazione (quali città, da che punto di vista eccetera) ecco sotto il risultato – dignitoso, se si tiene conto che l’intero parlato è farina di GPT, non nostra.
Tutto questo senza alcuna preparazione o editing.
🧨Ma attenzione: guardate ora il nostro video e noterete un passaggio molto “sbagliato”, cos’è? L’abbiamo lasciato apposta, ma sappiate che con un semplice clic e senza software di montaggio è possibile rimuovere le immagini che non ci piacciono, cambiare musica, doppiare in varie lingue, mettere e togliere sottotitoli, cambiare voce eccetera. Formidabile.
Per altre risorse collaterali (scrittura di storyboard, audio etc) potete consultare questa guida.
Utile per> Creare video semplici senza alcuna competenza tecnica, per usi commerciali “leggeri” o amatoriali, o solo per divertirsi
🔗 Link: per lanciare il software all’interno di ChatGPT4, basta fare clic qui
Sito: https://www.veed.io/tools/video-gpt
🪙Prezzo: è gratis e senza carta di credito per usi leggeri, con limiti sulle dimensioni dei video, i sottotitoli e altro, ma soprattutto con un “watermark” come quello che vedete nel nostro video in alto a destra. Per rimuovere il logo, video più lunghi e qualità più alta si passa a un minimo di 13 Euro al mese, fino a 58 Euro includendo avatar sintetici, template, call to action in-video eccetera
La critica è - L’AI di oggi è solo cattiva scienza (ma utile)
Chi meglio di un 95enne che ha letteralmente inventato la linguistica moderna e la insegna al MIT può parlare dell’intelligenza artificiale e avere un’opinione? Se poi lo “stage” è una manifestazione dedicata al web, e la sua spalla è uno dei principali esperti di psicologia e intelligenza artificiale al mondo, e pure imprenditore, il contenuto è assicurato. Basterebbe questo forse per convincervi a vedere con calma la mezz’ora circa di questo incontro (video sotto), ma fateci estrarre qualche punto di riflessione per chi va di fretta o vuole un po’ di idee ulteriori.
L’anziano professore è Noam Chomsky, curriculum infinito, l’esperto è Gary Marcus, qualcuno dei suoi progetti: Roomba (sì quello, l’aspirapolvere), Uber, e una cattedra alla New York University.
Alcuni dei motivi per i quali merita guardare questo video sono (la lista è nostra, non i soliti bullet points di ChatGPT):
- Spiegano in parole povere i limiti intrinseci di ChatGPT, come il riferirsi a un corpus di conoscenze enorme ma chiuso e definito (“l’autocompilazione dei messaggini col nostro telefonino sotto steroidi”, dicono sarcasticamente)
- Illustrano come si tratti di una grande creazione ingegneristica, tanto software con cui giocare, ma poca scienza. Certo avanzamenti tecnologici possono portare a scoperte scientifiche (l’esempio fatto è il telescopio e Galileo) ma è cosa rara
- Temono che questo “toy” attragga una enorme quantità di risorse economiche ed intellettuali “sprecando un sacco di energia in California” (cit.) e le sottragga all’autentica ricerca scientifica utile per “capire il mondo”. Pur rispettando la validità pratica di molti “tool” creati recentemente (“nuovi spazzaneve”, li definiscono)
- Lo sapevate che questi sistemi non capiscono l’ordine delle parole, per come sono costruiti?
- Ci spiegano una cosa ovvia ma importante: se i sistemi come ChatGPT fossero stati allenati su un linguaggio immaginario e inesistente, fatto di segni scollegati del tutto dalla realtà e dall’uomo, funzionerebbe esattamente nello stesso modo, con comprendendo affatto il mondo
- Secondo Marcus nessuna quantità di capacità di calcolo o di base dati renderà il sistema sicuro fino ad un livello scientificamente accettabile, e sul piano empirico i difetti delle self driving car lo spiegano. Non è la forza bruta a risolvere problemi estremamente complessi che miliardi di uomini risolvono banalmente ogni giorno, come guidare un’auto. E un 99% di accuratezza, per molte cose, è un rischio mortale. Ci vuole più ricerca scientifica (umana)
E tantissimo altro. Non perdetelo.
Tempo di visione> 32 minuti circa
🔗 Link: YouTube - Fonte: WebSummit
Chat&risposta: programmi elettorali USA
Scrivi uno slogan elettorale per le presidenziali USA nei panni di un candidato mettendo al centro il ruolo dell’AI nella società.
Prompt del team AIgeist.ai per ChatGPT4
Candidato repubblicano:
"Tomorrow's Vision, Today's Technology: Empowering America with AI"
Candidato democratico:
"AI for All: Shaping a Just Tomorrow"