AIgeist numero 12 │Musica e AI, adesso si balla │Di e con: Billie Eilish│Stanford Laptop Orchestra│Gabriel Prokofiev │Otonaroid® │AIgeist music│Suno.ai
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Il tema è - Musica e AI, adesso si balla
La musica è sopravvissuta al peer to peer, alle piattaforme di streaming e potrebbe farcela anche con l’AI. Anche se, dopo i malumori espressi da attori e artisti visivi, ora a sparare contro le potenzialità dei tool addestrati con l’intelligenza artificiale, sono i musicisti. Billie Eilish, famosa popstar fresca di Grammy Awards 2024 pronta a debuttare con il suo terzo album il 17 maggio, è infatti tra i firmatari con altri 250 artisti dell’appello “STOP DEVALUING MUSIC” che vuole sostenere l’uso etico dell’intelligenza artificiale nella produzione musicale. L’intento dei professionisti, tra cui figurano Nicki Minaj, REM, Robert Smith dei Cure, Jon Bon Jovi, Pearl Jam, Katy Perry, Elvis Costello e anche l’italiana Laura Pausini, è quello di: “proteggerci dall’uso predatorio dell’intelligenza artificiale che ruba voci e sembianze di artisti professionisti, violando i diritti dei creatori e distruggendo l’ecosistema musicale. Quando viene utilizzata in modo irresponsabile, l'intelligenza artificiale rappresenta un'enorme minaccia per la capacità di proteggere la nostra privacy, le nostre identità, la nostra musica e i nostri guadagni. Alcune delle aziende più grandi e potenti stanno usando, senza autorizzazione, il nostro lavoro per addestrare i modelli AI…Per molti musicisti, artisti e cantautori che lavorano e che cercano solo di sbarcare il lunario, questo è catastrofico”. La richiesta è più che sensata visto che solo un anno fa, tanto per citare un esempio, le voci di Drake e The Weeknd sono state clonate nel brano “Heart on My Sleeve” creato con l’AI dal Tik Toker anonimo, Ghostwriter. Dopo la pubblicazione e il successo virale su tutte le piattaforme, è stato poi ritirato per violazione del copyright, a seguito della denuncia della casa di produzione dei due artisti, la Universal. La sensazione è però che i buoi siano già scappati dal recinto. Dare Obasanjo, esperto di tecnologia che ha lavorato a Microsoft e Meta, non da’ alcuna speranza all’iniziativa dei 200. In un post su Instagram scrive:
questo appello sarà efficace quanto scrivere una lettera aperta per impedire che il sole sorga domani
Geg Wang, professore di musica, informatico e direttore della Stanford Laptop Orchestra è convinto invece che in un futuro umani e computer possano fare musica insieme, mettendo insieme il meglio dei due mondi a patto che l’intelligenza artificiale venga integrata nella musica in modo etico, rispettando le emozioni e la creatività, migliorando il lato umano invece di sostituirlo. Qui sotto il video con un’intervista a Wang dove spiega la sua visione e l’importanza di una lente estetica da applicare alla tecnologia.
La musica, va detto, è sempre stata comunque terreno di saccheggi. Tanto per fare un nome, Kanye West, è appena stato citato in giudizio dagli eredi di Donna Summer per il presunto utilizzo di un campione in una canzone del suo nuovo album. Il suo stile ci ricorda sempre qualcosa… che abbiamo già sentito. Ma come avrà fatto a miscelare tante armonie diverse? Ascoltando ore e ore di musica certamente, con l’aiutino però di mixer e algoritmi. Lo spiega bene questo articolo “The many ways artificial intelligence is already being used in music” che dimostra come l’AI sia già entrata nella sala di produzione, e l’evoluzione dei software che si faranno strada. Spotify la sta già integrando nel suo nuovo prodotto l’AI Playlist, in fase di test, che permetterà agli utenti di creare playlist a partire da un prompt. Esempio:
“Ho amici a cena, per lo più boomer, e voglio fare la figura di quello che è al corrente delle ultime mode. Ma ti prego, niente RAP e poca italiana”. E che gli piaccia!
Mentre la macchina legislativa fa ancora fatica a districarsi sui confini su cosa è lecito o cosa non lo è, su cosa è umano o meno, negli Stati Uniti è nata da poco Fairly Trained, organizzazione che ha ideato una certificazione per identificare gli strumenti AI che rispettano i diritti dei creatori. Fondata da Ed Newton-Rex, ex vicepresidente di Stability AI, che ha lasciato l’azienda per divergenze proprio sul tema copyright, la no profit verifica quali sono le startup di AI generativa che "ottengono il consenso per i dati di formazione che utilizzano". Tra i sostenitori del progetto ci sono US e American Society for Collective Rights Licensing, Association of american publisher, Universal Music Group, Concord e altre associazioni del mondo artistico e musicale.
Intanto in Cina un parterre regale di giudici tra i quali il pronipote del compositore russo Prokofiev, Gabriel, e il Direttore dello Shanghai Key Laboratory of Music Acoustics mettono letteralmente in scena una sfida: da un lato l’artista Zhu Xuzhi e dall’altro una macchina comandata dall’ingenere Gao Yuejie. Devono creare in tempo reale una musica basata su temi, chiamiamoli “prompt”, tra i quali una immagine fornita dal pubblico. Ecco il risultato:
L’evento in realtà dura due mesi e ha scopi scientifici: a questo link trovate una sintesi di quanto fatto fin qui. Ma ci sono tanti modi di realizzare un incontro da uomo e macchina musicista, e sotto ne troverete almeno due, opposti: la macchina che crea musica e la macchina che la ascolta e reagisce.
Da ricordare in breve> La musica affronta le sfide dell'AI con artisti come Billie Eilish e altri 250 che firmano l'appello "STOP DEVALUING MUSIC" per un uso etico dell'AI, preoccupati per la clonazione di voci e violazioni dei diritti d'autore. Esperti come Dare Obasanjo e Geg Wang offrono prospettive contrastanti sull'impatto dell'AI nella musica, con Wang che vede un futuro collaborativo tra umani e AI, mentre Obasanjo è scettico sull'efficacia degli appelli. Intanto la tecnologia AI è già una realtà nella produzione musicale, con esempi come l'AI Playlist di Spotify. Fairly Trade emerge come un'iniziativa per certificare gli strumenti AI che rispettano i diritti dei creatori, mentre in Cina si svolgono competizioni musicali tra umani e AI, evidenziando il crescente intreccio tra musica e tecnologia.
La risorsa è - Suno.ai
È semplice intuitivo e capace di generare una canzone originale da un prompt. Basta esprimere in poche righe i desiderata, specificando stile, atmosfera, strumenti, velocità e argomento della canzone, come quello che gli abbiamo suggerito noi “crea una canzone (ma può essere anche una base strumentale) pop che accompagni la lettura degli iscritti alla nostra newsletter che parla di AI”. In base alla descrizione, l'intelligenza artificiale crea una melodia in pochi secondi che ha tutti gli elementi richiesti: genere, accordi, ritmi, strumenti e persino la voce umana, che umana non è. La startup Suno, che ha sede a Cambridge, è stata fondata da Mikey Shulman, CEO e Keenan Freyberg, con un team di musicisti ed esperti di intelligenza artificiale -tutti con laurea e PHD in fisica, computer science ad Harvard, MIT o nelle Ivy League- con alle spalle esperienze lavorative in Meta, TikTok e Kensho (azienda di AI e apprendimento automatico che fornisce soluzioni ai maggiori istituti finanziari globali e organizzazioni del settore della sicurezza nazionale). In due anni di vita i cervelloni di Suno hanno già creato la terza versione del loro bot che, pochi mesi fa, è stato integrato su Copilot e sul browser Edge e fatto incazzare molti professionisti del settore musicale. Il motivo è chiaro: come sempre il risultato è talmente sbalorditivo da far dubitare che l’algoritmo non sia stato addestrato su dati esistenti e protetti da copyright. Suno naturalmente smentisce e non rivela le fonti.
Comunque il più grande successo per ora è questa paradossale interpretazione “cheek to cheek” delle condizioni generali del software. Diremmo, una storia d’amore tra due macchine…
Noi abbiano provato a sfidarlo, ecco il risultato:
Utile per> Chiunque ami la musica e ha bisogno di creare jingle o basi “originali” per il proprio business “esenti” da copyright
🔗 Link: Suno.ai
🪙Prezzo: c’è la versione gratuita che garantisce 10 canzoni, poi con 8 euro al mese se ne possono creare 500 al mese, e con 24 dollari 2000, utilizzabili anche a scopi commerciali.
L’idea è: c’é qualcuno un po’ differente tra il pubblico
Quando ha terminato il suo album “Everyday Robots”, 10 anni fa, l’artista inglese Damon Albarn (Blur, Gorillaz) ha pensato di presentarlo al Miraikan (National Museum of Emerging Science & Innovation) di Tokyo. E ha alla fine anticipato e insieme rovesciato quanto sta accadendo: lui suona, analogico, in mezzo alle macchine ma soprattutto le macchine, due androidi noti come Otonaroid® e Telenoid® sono tra il pubblico e reagiscono alla sua musica.
Questo ci sembra un bell’auspicio di chiusura: che le macchine si mettano diligentemente in ascolto delle nostre emozioni senza fare niente. Solo imparare.
Tempo di ascolto> 5 minuti