AIgeist numero 2 │La parola è: lavoro│La risorsa è: scopri chi l'ha scritto 🔍👀│La notizia è: l'AI in tasca│L'idea è: il curriculum di ChatGPT
Benvenuti in AIgeist, la newsletter settimanale che parla semplicemente di AI.
Ogni mercoledì alle 7 spieghiamo una parola essenziale, scegliamo una risorsa da usare subito, selezioniamo in rete una notizia utile e facciamo dialogare protagonisti e bot. Le altre nostre newsletter settimanali: Finambolic (martedì), Xerotonina (giovedì)
La parola è - lavoro
Un politico ha recentemente dichiarato "Sono molto preoccupata dall'impatto dell'intelligenza artificiale su vari livelli, in particolare sul mercato del lavoro". Probabilmente sta interpretando una percezione comune. Soprattutto pensando che il tempo per raggiungere quella che gli analisti chiamano "adozione di massa" di una tecnologia, secondo questo report di Oliver Wyman presentato a Davos (qui il pdf), è stata per l'AI di 10 mesi, contro i 17 anni di Internet, 23 per i PC e i 37 dell'elettricità. Sempre secondo la stessa ricerca i lavoratori più preoccupati sulla possibile sostituzione nel proprio ruolo sono i più giovani, 72%, contro un 40 dei boomer e la ragione è semplice: 2 ragazzi su 3 già usano l'AI al lavoro, quasi il doppio dei più anziani.
Una ricerca dell'Unione Europea è andata a vedere nel dettaglio se un impatto c'è già stato, visto che certi aspetti di automazione sono presenti dal 2010, ben prima di ChatGPT e soci. La risposta è semplice: no. Anzi, proprio l'opposto, a tal punto che la ricerca è intitolata, citando Mark Twain, "Le affermazioni secondo cui l'intelligenza artificiale metterà fine al lavoro umano potrebbero essere notevolmente esagerate." Tra le pieghe di questi report e leggendo questo intervento di BBC, si sta affermando l'idea che anzi, l'AI faciliterà l'inclusione sia a livello di assunzione che di ruoli, e in generale faciliterà i più giovani (finalmente, e questo è un fenomeno davvero nuovo - secondo dati USA non succede da decenni). Detto questo resta il fatto che il nostro politico di cui sopra deve aver letto questo report di Goldman Sachs (pdf) che sostiene come 2 lavori su 3 siano già oggi almeno in parte automatizzabili usando l'AI. Quali siano si trova a pagina 10 di questo report (pdf).
Ma il diavolo è nei dettagli, e la velocità di adozione è la vera variabile impazzita di questi ragionamenti.
Intanto nella selezione dei candidati i sistemi AI, come ben spiega questo articolo di CNBC, sono già utilizzati e non c'è nulla da fare. Se si è alla ricerca di un lavoro si può controbattere usando le centinaia di strumenti ideati per i lavoratori per rendersi più visibili, leggibili e attraenti per le macchine di HR.
Infine c’è chi considera l’ingresso dell’AI nelle organizzazioni lavorative come un possibile rischio ulteriore di alienazione, dovuto - riassumiamo volgarmente il paper della filosofa della London School of Economics Kate Vredenburgh - all’impossibilità da parte del lavoratore di comprendere i motivi delle decisioni finali, non avendo accesso agli algoritmi sottostanti. Quello che succede oggi ai “rider”, il cui lavoro dipende da un software di decisione sui propri turni di consegna, potrebbe applicarsi a molte altre professioni. Come parziale soddisfazione, il futuro lavoratore alienato può considerare che il suo capo, il CEO, sarà il primo a perdere ruolo e potere, visto che a detta degli stessi leader il 50% delle cose che fanno può essere già oggi gestita da un AI.
Da ricordare in breve> l’AI è l’innovazione di massa più veloce della storia, quindi applicare modelli precedenti che indicano come la sostituzione dei lavoratori sia nel medio-lungo periodo neutrale è difficile. I primi segnali propendono però per un impatto positivo sull’occupazione delle tecnologie AI, soprattutto su giovani e alti titoli di studio. Un’area ancora poco studiata è l’impatto etico e psicologico di sistemi automatici di decisione nelle organizzazioni. Circa i lavori più toccati, solo quelli ad alta densità documentale, come il mondo legale e le operazioni aziendali, rischia una sostituzione superiore al 50%, ad oggi, da parte di sistemi AI. Chi lavora fuori ufficio o usando le mani non sarà quasi toccato.
La risorsa è - Scopri chi l’ha scritto 🔍👀
Si stanno diffondendo molti servizi online che permettono di verificare se un certo testo è stato fatto, e in che percentuale, usando vari strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT. Noi vi segnaliamo Undetectable.ai perché è considerato il capostipite, è molto usato e ha una funzione in più: la possibilità di "riumanizzare" i testi. La funzione di riscrittura più umana più vera ha la garanzia di restituzione della quota mensile se un altro tool scopre che il “rework” è stato fatto da una macchina. Interessante nota: al primo test chiede di dichiarare che non si stiano facendo usi scorretti (ma dai), per esempio in ambito scolastico. Quello della scuola è uno dei mercati preferiti per questi sistemi, esiste già infatti un grande mercato di software che verificano eventuali "scopiazzature" di massa ("plagiarism"). Qui siamo alla versione avanzata, con relative contromisure. Per l'angolo dello smanettone segnaliamo che il servizio dispone di API per attaccarsi a strumenti di uso comune come word processor o database di contenuti.
Utile per> Chi deve capire se un testo è scritto da una macchina o da un umano.
🔗 Link: Undetectable.ai
🪙Prezzo: i primi test sono gratuiti, poi scatta una registrazione anch'essa gratuita. Per usi intensivi ci sono pacchetti mensili (o annuali) da 9.99 dollari al mese, a crescere in funzione del numero di parole verificate. Per usi aziendali, come scuole eccetera, i costi sono ad hoc.
La notizia è - L’AI tascabile
Pesa 100 grammi, è grande come un Post-it, costa 200 dollari, ed è già sold out. Stiamo parlando del gadget Rabbit R1 un passepartout basato sul modello di intelligenza artificiale chiamato Large Action Model (LAM). Si tratta di oggetto semplicissimo dotato di uno schermo da 2,88 pollici, un bottone, una rotella di scorrimento e una fotocamera rotante per catturare foto e video, che interagisce con la voce ed è pronto a rispondere a tutte le domande. Grazie al suo sistema operativo dedicato l’assistente virtuale è in grado di prenotare, un volo, o un taxi, un ristorante, fare da traduttore simultaneo se siete all’estero, fare la spesa online dopo aver visto cosa manca nel frigorifero. Un mini Alexa, però più cool e tascabile che apprende con e da voi. Più lo usate, più capisce i bisogni, meglio li esegue. L’inventore e CEO di Rabbit è Jesse Lyu, nato a Xian (Cina) nel 1990, con una doppia laurea in matematica finanziaria e marketing nel Regno Unito. Lyu è anche un imprenditore seriale che ha già all’attivo diverse società: un social media e un dispositivo AI per la casa intelligente che ha venduto a Baidu nel 2017 per 90 milioni di dollari. Ora vive a Los Angeles dove si dedica a Rabbit, che ha fondato nel 2020 e ha sviluppato con l’azienda svedese di elettronica di consumo Teenage Engineering, di cui è membro del Cda (formidabili anche i dispositivi audio che già sono in vendita, provare per credere, NDR). Ma tra le novità del 2024 non c’è solo Rabbit R1, ecco una lista con 12 esempi che spaziano dal riconoscimento del pianto dei neonati, al cuscino che si gonfia delicatamente, sollevando la testa e aprendo le vie respiratorie per ridurre il russare senza che ve ne accorgiate, e tanti altri.
Tempo di lettura> 15 minuti
🔗 Link: Rabbit, US$200 AI-powered gadget, becomes unexpected hit after CES 2024 launch by Chinese entrepreneur - Fonte: South China Morning Post
L’idea è: il CV di ChatGPT
Scrivi un tuo curriculum come se ChatGPT4 cercasse lavoro
Prompt del team AIgeist.ai
BOT-risposta:
Nome: ChatGPT-4
Professione: Modello di Lingua Generativo di Intelligenza Artificiale
Educazione: Allenato su un vasto dataset fino ad aprile 2023, comprendente libri, articoli, siti web e altri testi.
Esperienza:
Risposta a domande in diverse lingue con precisione e contestualizzazione.
Generazione di testi creativi, tra cui poesie, storie e dialoghi.
Assistenza nell'apprendimento e nella didattica, fornendo spiegazioni su una vasta gamma di argomenti.
Analisi e sintesi di informazioni complesse.
Supporto in diversi campi, dal servizio clienti all'IT, dalla medicina al diritto.
Competenze:
Elaborazione del linguaggio naturale
Comprensione e generazione di testo
Apprendimento e adattamento continuo basato sull'input degli utenti
Risoluzione di problemi in vari domini
Obiettivo professionale: Collaborare con gli umani per migliorare l'efficienza, la creatività e la presa di decisioni, promuovendo al contempo un uso etico e consapevole dell'IA.