AIgeist numero 1 │La parola è: GPT │La risorsa è: diamo voce ai pensieri│La notizia è: i Big Boss a Davos temono la slavina AI│L'idea è: contro il discount dell'intelligenza
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Ogni mercoledì alle 7 spieghiamo una parola essenziale, scegliamo una risorsa da usare subito, selezioniamo in rete una notizia utile e facciamo dialogare protagonisti e bot. Le altre nostre newsletter settimanali: Finambolic (martedì), Xerotonina (giovedì)
La parola è - GPT (Generative Pre-training Transformer)
Ormai lo diciamo 10 volte al giorno, ma sappiamo che significa?
GPT=Generative Pre-training Transformer. Spieghiamo. Per capirci qualcosa dobbiamo immergerci nel mondo dei modelli linguistici e tornare indietro vari anni. Partiamo dalla T di “Trasformer”, che è la parola più tecnica. Si tratta di una architettura di gestione dei dati, e in questo caso i dati sono le parole in linguaggio naturale, inventata da un gruppo di ricerca di Google nel 2017 e particolarmente adatta a gestire servizi come ChatGPT . I loro nomi sono: Aidan Gomez, Llion Jones, Lukasz Kaiser, Niki Parmar, Illia Polosukhin, Noam Shazeer, Jakob Uszkoreit e Ashish Vaswani.
Pre-training: qui entriamo in un’area molto discussa. Per smontare e rimontare il linguaggio i sistemi GPT hanno bisogno di imparare da qualcosa, per esempio documenti già esistenti. L’accesso a questi dati è una delle questioni più dibattute: chi ha deciso e quando, quali dati utilizzare per l’apprendimento universale fino a ottenere la qualità di un ChatGPT? Abbiamo poche risposte complete sul tema, e un elenco di fonti non esiste, ma ChatGPT stesso cita siti web, libri, forum online, articoli e blog, informazioni aziendali eccetera. Secondo alcuni l’addestramento, avvenuto tra il 2018 e oggi, ha riguardato 300 miliardi di parole.
Una fonte di partenza è stato sicuramente il database CommonCrawl, una specie di enorme rassegna di siti web. Questo articolo spiega quali altre fonti sarebbero state usate, ma casi come la recente causa legale da parte del New York Times verso OpenAI, l’azienda che produce il sistema ChatGPT, porta a pensare che nel sistema siano incluse molte cose senza autorizzazione e certamente non di libero dominio.
Un po’ come accade nel mondo dei social, stiamo diventando noi stessi una fonte essenziale del sistema - sono 180 milioni di utenti già attivi a Gennaio 2024 -, caricando spontaneamente milioni di documenti.
Dulcis in fundo, il mistero della parola “Generative”. Come fanno questi sistemi a generare e creare testi di senso compiuto? Senza entrare in domande filosofiche tipo “pensa o non pensa” o sul suo, ehm, “geist” (spirito), diciamo che semplicemente ChatGPT, nella sua parte generativa, riceve un input chiamato in gergo “prompt” (la frasetta che scrive l’umano, o chi per lui, per ottenere una risposta - esempio: “scrivi una poesia nello stile di Dante parlando del mio gatto”) e prova statisticamente ad accumulare parole successive fino a formare una frase compiuta, usando come guida la grammatica e la sintassi normale di una lingua. La creazione si basa quindi su probabilità statistiche che usano i sistemi di previsione imparati nella parte di formazione vista sopra.
Da ricordare in breve> GPT significa Generative Pre-training Transformer e vuole dire che il sistema genera risposte a degli input di testo basandosi su quanto ha imparato negli ultimi anni da gigantesche basi di dati e utilizzando un modello di comprensione e creazione dei testi che si chiama “Transformer” che è stato inventato nel 2017 da scienziati di Google.
La risorsa è - Diamo voce alle parole
Si stanno diffondendo molti servizi che promettono di leggere testi in varie lingue, usando voci diverse e persino permettendo di utilizzare il proprio stile vocale come base di apprendimento. Quello di Elevenlabs è tra i più gettonati ed è anche facilissimo da usare.
Utile per> Chiunque voglia creare un parlato per i propri social media, giochi o video, o semplicemente per giocare con la voce.
🔗 Link: Elevenlabs.io.
🪙Prezzo: gratis per usi “leggeri” e dichiarando che lo si sta usando. Poi 1 dollaro al mese per avere altre funzioni e testi più lunghi e 10 al mese per clonare la propria voce e qualità audio superiore.
La notizia è - I Big Boss a Davos temono la slavina AI
Dal 1971 uomini e donne di potere, politici, capitani d’industria, economisti e altri rappresentanti della società si ritrovano a Davos, località svizzera nei Grigioni, a discutere delle sfide globali del futuro. In più di 50 anni di meeting gli argomenti non sono mancati, ma mai come quest’anno l’agenda del World Economic Forum ruota attorno a un solo topic: l’intelligenza artificiale. Il superbot è la star in almeno 30 incontri dove vari esperti indagano gli impatti dell’AI su economia, lavoro, equilibri geopolitici ecc. E proprio per capire quanto è percepita questa sfida PWC, una delle più grandi società di consulenza, ha interrogato 4.700 amministratori delegati di tutto il mondo. Secondo i risultati del sondaggio i conflitti -che aumentano- dall’Ucraina al Medio Oriente, non sembrano preoccupare troppo. Il 38% dei manager si dichiara ottimista sulla forza propulsiva dell'economia, rispetto al 18% dell'anno scorso, quando il mondo doveva fare i conti invece con un'inflazione elevata, una crescita debole, tassi di interesse in aumento e altro ancora. Rispetto al sentiment su un possibile declino economico dovuto ai venti di guerra solo il 45% dei Ceo, rispetto al record del 73% dello scorso anno, ritiene che il proprio business sia esposto. Quello che preoccupa invece è la capacità delle aziende di resistere ai grandi cambiamenti. L'indagine mostra che il 45% degli intervistati teme che le società non saranno più redditizie in un decennio senza una rivoluzione radicale, rispetto al 39% dello scorso anno. "Che si tratti di accelerare la diffusione dell'AI generativa o di cambiare il proprio business per affrontare le sfide e le opportunità della transizione climatica, questo è un anno di trasformazione", ha commentato Bob Moritz, presidente di PwC. L'intelligenza artificiale viene vista sia come un modo per semplificare le operations, sia come un punto debole. Quasi tre quarti dei dirigenti hanno dichiarato che "cambierà in modo significativo il modo in cui la loro azienda crea, fornisce e cattura valore nei prossimi tre anni". Più della metà degli CEO ha dichiarato che l'AI migliorerà i loro prodotti o servizi, ma il 69% è preoccupato perché è consapevole che i dipendenti abbiano bisogno di formazione per acquisire le competenze necessarie per sfruttare la tecnologia. Inoltre, temono per gli effetti collaterali: cybersicurezza e disinformazione.
Tempo di lettura> 10 minuti
🔗 Link: More CEOs fear their companies won’t survive 10 years as AI and climate challenges grow, survey says - Fonte: APnews.com
L’idea è:
Penso che ridurremo il costo dell'intelligenza a un valore così vicino allo zero che ciò rappresenterà una trasformazione totale per la società.
Sam Altman, CEO di OpenAI, intervistato da Bill Gates, 11 Gennaio 2024 (link)
BOT-risposta:
"Ridurre il costo dell'intelligenza a un valore vicino allo zero è un'utopia tecnocratica che ignora la complessità intrinseca della sapienza umana. Non è il costo dell'intelligenza a determinare il valore di una società, ma piuttosto come essa viene impiegata. La vera trasformazione avviene non quando l'intelligenza diventa economica, ma quando viene utilizzata con saggezza e responsabilità per arricchire l'umanità, non solo economicamente, ma anche culturalmente e eticamente."
Chat GPT4, prompt: ”puoi dare una risposta ficcante, intelligente, pungente a questa affermazione”