AIgeist 60 │Perplexity cresce e ora vale 14 miliardi │Modelli linguistici senza linguaggio? C'è chi ci crede │Giornalismo e AI, parlano i protagonisti │L'AI act EU è legge, ma mancano i poliziotti
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Business/ Perplexity cresce e ora vale 14 miliardi
La notizia> Perplexity è conosciuto come il Google dell’AI perché il bot fornisce risposte utilizzando fonti dalla Rete in tempo reale e citando i link nella propria risposta. Insomma è abbastanza preciso e a suo modo creativo, ma non è ancora tra i più usati. Se ChatGPT conta infatti 700 milioni di utenti mensili (ma non è mirato alla ricerca) Perplexity ne ha circa 30, con un fatturato di circa 100 milioni. La valutazione dell’azienda sta comunque crescendo, e raggiungerà i 14 miliardi a breve, dopo che sarà ufficializzato il nuovo round di finanziamenti da 500 milioni che gli investitori della Silicon Valley sono pronti a mettere sul piatto.
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🔗Perplexity AI wrapping talks to raise $500 million at $14 billion valuation - Fonte CNBC.com
Mondo LLM / Modelli linguistici senza linguaggio? C'è chi ci crede
La notizia> Se volessimo volare altissimi, dovremmo scomodare i Wittgenstein e i Chomsky del mondo, o i Cormac McCarthy (vedi sotto) nella sua fase mistico-fisica quantistica. Ma teniamo la cosa bassa e proviamo a riassumere questo formidabile articolo partendo da un esempio. I modelli linguistici usando come materia prima per funzionare… le parole. Le prendono, le trasformano in dati (la “T” di GPT) e le riassemblano per ritradurle (lo spieghiamo bene nel primo (!!!) numero di AIgeist). Questa operazione è molto costosa in termini di risorse di calcolo, quindi qualcuno si è chiesto: ma ci sono altri modi di analizzare e produrre linguaggio senza farlo “parola per parola”? La risposta è sì, grazie alla definizione di “spazio latente”. Esempio: prima che un artista dipinga un quadro, ha un’immagine mentale sfocata, ricca di emozione, colore e forma. Oppure: alcune persone risolvono problemi matematici nel sonno: “vedono” la soluzione o un’immagine risolutiva, e solo dopo la traducono in parole o azioni. Anche l’AI può allora “sognare” soluzioni nello spazio latente, prima di verbalizzarle?
Il verdetto non è ancora completo, ma questo articolo ci spiega a che punto è la ricerca, citando due studi recenti che propongono modelli neurali profondi che permettono ai LLM di “pensare” nello spazio latente prima di generare testo, migliorando l’efficienza e la capacità di ragionamento.
Nel video: le parole di Cormac McCarthy su creatività e spazi latenti - in inglese.
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🔗To Make Language Models Work Better, Researchers Sidestep Language - Fonte Quantamagazine.com
Società e diritti/ Come i giornalisti utilizzano l’AI per fare meglio il poprio la
La notizia> È una scorciatoia bugiarda, bisogna boicottarla. No, è un utile strumento di lavoro se si impara ad utilizzarla. Amplia la platea dei lettori e parla molte lingue, oppure è inefficiente, o ancora, fa risparmiare tempo: il dibattito tra i giornalisti sull’uso e/o l’abuso di strumenti di intelligenza artificiale per spiegare i fatti del mondo è apertissimo e infuocato. In questo articolo della Columbia University, dove ha sede la scuola di giornalismo più prestigiosa al mondo, - qui l’esperienza di un giovane reporter che ha studiando lì ora - sono raccolte le voci dei più influenti giornalisti e manager delle testate più autorevoli sul tema.
Qui un’anteprima sulle posizioni diversissime di tre professionisti.
👉 Pro – l’AI come spinta creativa e organizzativa
Per Gina Chua, direttrice esecutiva di Semafor, l’AI è una compagna di lavoro: la usa per categorizzare segnalazioni di crimini d’odio, confrontare coperture mediatiche tra testate e progettare strumenti redazionali smart. Non per sostituire i giornalisti, ma per amplificarne le capacità. Il suo motto è “sperimentare, prima che sia troppo tardi”.
👉 Contro – l’AI mina il rapporto con i lettori
Khari Johnson, reporter di CalMatters, è più netto: “Io non uso l’AI per scrivere, mai”. Per lui, delegare la parola scritta a una macchina compromette la fiducia tra giornalista e lettore. Se la firma è sua, allora ogni parola deve essere sua.
👉 Cauto: utile per il codice
Il data journalist Tristan Lee si è trovato con oltre 10.000 immagini da esaminare. Per accelerare i tempi ha costruito un’app AI per riconoscere automaticamente simboli nazisti, usando ChatGPT per scrivere il codice. Il risultato non era male, ma la realtà è che l’AI sta peggiorando il lavoro dei giornalisti investigativi. Un’ondata di foto e video fake sta inquinando l’informazione come racconta l’esperto della BBC che lavora nel team di disinformazione della Tv inglese: per verificare se un video è sicuro a volte ci vogliono un’ora, varie ore o addirittura un paio di giorni.
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🔗 How We’re Using AI - Fonte Columbia Journalism Review
Dall’Europa / L'AI act EU è legge, ma mancano i poliziotti
La notizia> Abbiamo chiesto a ChatGPT di impersonare il capo dello Stato di Europa e gli abbiamo dato il compito di mettere in piedi la forza legale, tecnologica e di “enforcement” per applicare correttamente l’AI act che i nostri lettori conoscono bene, e capire quanto costa l’operazione. Qualche numero (qui, per chi ha GPT; la risposta completa): ci vorrebbero 1500 professionisti, di cui poco più del 10% a Bruxelles, e circa 400 milioni l’anno di budget, di cui 300 residente nelle 27 nazioni. Più o meno è quanto “ci costa” il GDPR.
Indovinate un po’ invece cosa sta succedendo nella realtà: mancano soldi e persone, e l’articolo sotto riporta il lamento dei funzionari sul tema. Della serie, voglio ma non posso.
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🔗EU Member States Face Funding Shortages to Enforce AI Act - Fonte: Pymnts.com
Risorsa utile/ Le playlist di Spotify in un prompt
A cosa serve> Questo divertente e anche in qualche modo utile servizio online crea delle playlist di Spotify partendo da un prompt. Le genera proprio, e con un clic ognuno se le può salvare nel “suo” Spotify e godersele - e si può anche decidere quanto le si vuole alternative rispetto al mainstream canoro. Si può dire “mi piacciono i Beatles ma solo quelli tristi” e lui agisce. O, “fammi una compilation per fare yoga davanti alla WII Fit, ma che non sia noiosa”. Insomma, largo alla fantasia. Poi è chiaro, soprattutto per chi come noi è un po’ maniaco dell’argomento, la creazione ci sembra vagamente imperfetta ma di nuovo, passare ore davanti a Spotify per fare la compilation per quella festa coi compagni del liceo magari non vale la pena - e allora viva il gattino di Chatjams!
A chi serve> Appassionati di musica e statistica (sotto con le critiche!)
🔗Link: Chatjams.ai
AI ILLUSTRATED / L’AI alla prova della verità. L’esperimento teatrale a Milano
Esperimento sulla verità (il progetto si chiama Pentothal- come il personaggio di un famoso fumetto di Andrea Pazienza e come il siero della verità appunto) o sulla post verità? La pièce teatrale e cross mediale dell’artista Ruggero Franceschini “gioca” con gli anni Settanta, quelli “pesi” come si dice a Bologna, usando la controinformazione della radio libere e l’AI, la vera protagonista di questa performance. Franceschini ha infatti addestrato un modello con un dataset di dati che comprendono i discorsi di Bifo, e molti materiali d’epoca, come registrazioni, documenti e archivi personali per sperimentare un nuovo modo di fare teatro, in cui l’intelligenza artificiale diventa ponte tra passato e presente, realtà e finzione: una nuova voce rivoluzionaria, ribelle e binaria, contraddittoria, artificialmente vera, con la quale il pubblico può interagire. In prima assoluta il 14 e 15 maggio alla Fabbrica del Vapore. Qui tutte le info.