AIgeist 46 │2025, il risiko globale dell'AI prende forma│Cosa succede fuori dagli USA│La nostra rassegna: Cina, UK, Italia, India e Russia alla prova dell'innovazione │Chi vince e chi perde
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Il risiko globale dell'AI prende forma
In questa newsletter parliamo spesso di prodotti e piattaforme, di protagonisti ed aziende, ma questa volta faremo un’eccezione. Riguardando un primo anno di AIgeist ci siamo resi conto di quanto sia preponderante la presenza statunitense nei nostri discorsi, e questo è naturale: non sarebbe molto diverso se parlassimo di digitale o di software in generale. Ma tra le cose affascinanti dell’AI c’è senz’altro la dimensione globale. Ci siamo dunque dati il compito di “metterci in pari” con quanto sta succedendo fuori dagli USA - compresa l’Italia e l’EU - e vi promettiamo che terremo un faro sempre acceso su queste realtà.
Ma non siamo certo i soli a creare mappe globali, e da lì vogliamo parlare: la casa di consulenza Tortoisemedia produce ogni anno ormai da 3 anni un atlante interattivo molto ben costruito. Le varie nazioni possono essere messe in ordine in base a molti fattori, dalle risorse umane agli investimenti, dai brevetti alla pubblica amministrazione. Il link è questo, giocateci a piacere.
Sotto mettiamo uno dei grafici più significativi: in verticale quella che chiamano “intensità”, vale a dire la diffusione pro capita tra aziende e individui, insomma quanto le persone ci stiano mettendo la testa e le energie. Qui si distingue Singapore (vedi la scheda fondo a questa newsletter) che vuole diventare l’hub del far east, anche grazie alla diffusione della lingua inglese (e dei capitali cinesi e internazionali). In orizzontale la scala, cioè la dimensione potenziale di quel mercato. Dominano gli USA, poi la Cina e il resto del mondo segue. Abbiamo messo una freccia per la nostra Italia, che si difende ma non spicca (pensate al confronto con UK che ci supera del doppio in entrambe le dimensioni, e ha i nostri abitanti ma - ahimè - un 50% in più di GDP e tante, tante risorse tecnologiche e finanziarie in più).
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I top 7 secondo noi, votati da voi
1. Cina: tanta scienza, prodotti competitivi e una visione
Il capodanno cinese è in arrivo, e con esso un ospite d’eccezione: il taiwanese Jensen Huang, CEO di Nvidia (monopolista di fatto dei microprocessori dedicati all’AI) è infatti in un tour in quelle terre per parlare di AI, nonostante - o a causa de - le dure parole rivolte da Joe Biden verso la sua azienda, accusata di vendere a Pechino chip avanzati nonostante i divieti. Huang ha risposto duramente e ha elogiato Trump già che c’era, ma questo ci dà la misura di quanto sia calda la situazione. Un posto dove secondo una ricerca giapponese indipendente lo sviluppo scientifico ha superato quello dei rivali USA, e anche a livello di prodotti ha già il suo supereroe: si chiama DeepSeek, è il rivale di ChatGPT e secondo vari esperti ha un’efficienza nell’uso delle risorse di calcolo addirittura imbarazzante.
🤖 L’arma segreta: gli scienziati. La Cina ha il più alto numero di esperti di AI al mondo e la qualità della loro produzione è superiore ad ogni altra comunità scientifica (fonte).
⏩La risorsa: Deepseek, il GPT di Pechino, si può provare anche dall’Italia e in italiano, e funziona molto bene ed è gratis. Se avete dei dubbi, potete cominciare a disinstallare TikTok…
2. Russia: con lo sguardo a est e la scienza in appoggio
Dicembre 2024, a Mosca si tiene l’ultima edizione di AIJ (Artificial Intelligence Journey), evento “globale” (per chi ha il visto di ingresso) dedicato all’AI voluto dal governo. Secondo il sito 190+ nazioni hanno partecipato, ma soprattutto Putin in persona (qui il suo video doppiato in inglese) che ha detto due cose: 1) non bisogna usare i prodotti occidentali 2) bisogna usare l’AI cinese. Tra gli ospiti saliti sul palco ecco l’Indonesia e il Pakistan, molta Cina e zero Europa o USA.
Al centro del programma russo c’è Sberbank, banca per eccellenza del “popolo” e incaricata di guidare la parte finanziaria dello sviluppo tecnologico e naturalmente Yandex, il “Google russo” che ha un suo GPT pronto. L’occidente è invece preoccupato che Mosca possa incrementando con usi AI non solo il suo già importante arsenale militare ma anche la cosiddetta “guerra asimmetrica”, che passa dalla cyberwar alla disinformazione
🤖 L’arma segreta: ancora gli scienziati, vedi sopra. Secondo stime ufficiali la Russia, ormai quasi completamente isolata diplomaticamente dal mondo occidentale, ha comunque più scienziati AI della Germania o dell’Italia, pur non potendosi confrontare con Cina e USA (fonte). Ma non dimentichiamoci che il più esteso paese al mondo ha il GPT pro-capite della Turchia, e in assoluto è solo 11esimo nella classifica globale, ben dopo Italia o Brasile, e molto della sua economia è legata all’energia.
⏩La risorsa: l’Ucraina non sta a guardare e ha una grande fama di capacità tecnologica. A questo link un informato articolo sulla situazione della sua difesa nazionale in relazione alle tecnologie di AI.
3. India: tanti sponsor, tante lingue, tanta tecnologia
Sundar Pichai: CEO di Google e Alphabet. Satya Nadella: CEO di Microsoft. Arvind Krishna: CEO di IBM. E potremmo fermarci qui. Che l’India sia la nuova culla dei talenti (e CEO) tech è un’ovvietà, che contenga le “fabbriche” di codice più grandi – e competenti – del mondo pure. Ma l’AI? Partiamo dalla cronaca: è di pochi giorni fa l’annuncio che Microsoft investirà (altri) 3 miliardi di dollari per costruire l’(ennesimo) data center. E se non bastano i pezzi da novanta, eccone uno nuovo: vi presentiamo Aravind Srinivas, fondatore e ceo del nostro amato Perplexity.ai, indovinate un po’, di Chennai, India, anni 31. Perplexity ha appena annunciato un mega investimento nella regione. E a questo punto noi ci chiediamo se servano altri motivi per mettere l’India ai primissimi posti della nostra classifica ma ci sono – leggi oltre…
🤖 L’arma segreta: la lingua / le lingue! 22 lingue ufficiali (lingue, non dialetti!) più l’inglese lingua franca. Già questo è un mercato immenso, tradurre e adattare documenti pubblici (pensate al catasto, all’anagrafe), poi i GPT che si ricavano, i testi antichi… una sorta di parco giochi per appassionati di modelli linguistici (fonte)
⏩La risorsa: lo sviluppatore software di Google India Sukuru Sai Vineet ha creato un chatbot AI chiamato GitaGPT. Questo chatbot utilizza la tecnologia GPT-3 applicata al testo sacro Bhagavadgītā per fornire risposte ai problemi della vita. Gli utenti possono porre domande sull'app GitaGPT, e un chatbot risponderà ricercando gli insegnamenti corretti. In inglese e 18 lingue indiane.
4. Italia: tra piani, programmi e proclami
Mentre Padre Benanti, teologo francescano, consigliere del Governo, esperto di etica delle tecnologie e membro italiano del Comitato sull’AI delle Nazioni Unite, pontifica nel suo programma ALGORETICA. Noi e l’intelligenza artificiale in onda su TV2000 ogni sabato, Palazzo Chigi ha un piano sull’AI. Sì il compit(ino) (nuova versione del vecchio e più completo piano “scaduto” nel 24) è stato fatto e conta 38 pagine. Il documento redatto da vari esperti prevede nuove azioni per il 2024-2026 nell’ambito della ricerca e Università, PA, imprese e formazione ma senza budget visto che si rimanda tutto ai fondi del PNRR. In questo articolo un riassunto con le note dolenti l’Italia è ultima tra gli Stati Ue per numero di laureati nel settore Ict (1,5%) e quartultima per quota di cittadini in possesso di competenze digitali di base (45,6%). L’unica cifra dichiarata nel nuovo programma è quella che si riferisce alla gara per l’implementazione della Piattaforma di Intelligenza Artificiale a supporto dell’assistenza sanitaria di 57,57 milioni di euro. Lo scorso anno è nato anche l’Istituto Italiano di Intelligenza Artificiale per l’Industria (AI4I), fondato dal governo per presidiare l’intelligenza artificiale nello sviluppo industriale. Ha sede a Torino ha come direttore il manager Antonio Calegari che dovrà, con un tesoretto di 20 milioni di euro l’anno, creare un’infrastruttura integrata di ricerca e innovazione che possa sviluppare conoscenze e competenze sull’IA verso i comparti industriali, dalla meccanica avanzata alla salute, ai servizi finanziari. Ci siamo invece aggiudicati, e sono sicuri, i 430 milioni (di Ue e governo) per lo sviluppo dell’ IT4LIA AI Factory (quel 4 non è un errore, è proprio scritto così) una delle prime in Europa. Obiettivo: realizzare un supercomputer ottimizzato per l’AI che verrà installato presso il Tecnopolo di Bologna. Un segnale positivo almeno sulla carta arriva da una ricerca del Politecnico di Milano secondo cui le aziende grandi, ma anche le PMI, prevedono di investire di più nel digitale. Se prima si pensava solo alla CyberSecurity e alle soluzioni di Business Intelligence ora si punta anche all’AI.
Infine, c’è sempre una mano dagli USA; Microsoft infatti investirà 4.3 miliardi nel nostro Paese.
🤖 L’arma segreta: il supercomputer ottimizzato per l’AI al Tecnopolo di Bologna
⏩La risorsa: abbiamo creato un Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale che è articolato in 5 dottorati federati fra loro che raggruppano 61 università ed enti di ricerca. Il PDF che lo descrive ha nelle prime 3 pagine una lista di leggi e regolamenti da far tremare i polsi. Ci siamo allora fatti aiutare da ChatGPT a decodificarlo, e ci ha detto questo: “il numero totale di leggi e decreti citate ammonta a 9 principali, oltre agli statuti accademici e regolamenti di riferimento specifici”. Ok, boomer…
5. United Kingdom: un superpiano per stare al passo con i grandi
Nuovo governo, nuovi obbiettivi. Sir Keir Starmer si è messo in prima persona alla guida di una cosa che piace molto Oltremanica, i grandi piani pluriennali con nomi altisonanti. Questo si chiama AI Opportunities Action Plan e il sito parte senza mezzi termini: “siamo la terza potenza AI del mondo” e via citando Google DeepMind, ARM, Wayvee e vai con gli antenati, Alan Turing e Tim Berners-Lee. Tutto bene, ma dopo anche meglio, siamo ai dettagli minimi: ospiteremo gli headquarter delle principali aziende del mondo, poi avanti con l’educazione - chiara al nuovo governo laburista - l’accesso al suolo e all’energie (leggi: datacenters) e, magnifico, un “accurately assess the size of the skills gap” per non svegliare il dormiente cane Brexit. A parte l’ironia dovuta, documento perfetto, da leggere, completissimo.
🤖 L’arma segreta: il pragmatismo, che qui troviamo nell’idea di “Scan > Pilot > Scale” nel campo dell’adozione di AI nel settore pubblico, coniato ad hoc per questo progetto
⏩La risorsa per sapere di più: la mappa interattiva Waifinder che riporta aziende, incubatori e altre risorse utili nel mondo AI del Regno unito
6. L’'inaspettato: Singapore crocevia tra Cina e Occidente (in inglese)
Poco più di 6 milioni di persone su un’isoletta, reddito pro-capite tra i più alti al mondo, ben 4 lingue ufficiali (inglese, mandarino, malay e tamil) e tanta diversità anche di attività economiche: c’è molta finanza tradizionalmente, ma anche l’industria si difende, poi il turismo. Insomma, Singapore sembra fatto in provetta per diventare luogo di applicazione dell’AI. E infatti lo è. Il governo – una democrazia assai dirigista – ha (ri)scritto il suo piano strategico nel 2023, basandosi sulla prima versione del 2019 (quando da noi a malapena si sapeva cosa significasse la parola AI). Si chiama NAIS 2.0 (National AI Strategy 2.0) e con piglio molto orientale si definisce “AI for the Public Good, for Singapore and the World”. Anche qui non manca l’occupazione militare da parte dei gruppi americani, nella fattispecie Amazon/AWS che ha in piano di investire 12 miliardi di dollari tra qui e il 2028. Tanta roba.
🤖 L’arma segreta: il denaro pubblico. Oltre a una dinamicissima economia lo stato è molto ricco e sa anche come spendere i soldi: ha la più alta quota pro-capite di investimenti in R&D al mondo, e quel denaro ora va nell’AI. (fonte)
⏩La risorsa per sapere di più: avete presente il nostro SPID? Ecco lì si chiama Singpass e si basa sul riconoscimento facciale e ovviamente sull’AI. Banche e privati lo stanno adottando massicciamente – volente o nolente.