AIgeist 45 │Cosa pensa e cosa fa Elon Musk nell'AI: strategie, investimenti, prodotti e politica │Il mega-datacenter primo al mondo │La guerra legale con OpenAI │L'espansione globale
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L’uomo del momento, l’uomo più ricco del mondo, l’uomo che parla con i potenti, l’uomo che domina la tecnologia - finanziaria, dei collegamenti satellitari, lo spazio, i social.
Che ruolo ha quest’uomo nell’AI?
Che ruolo ha quest’uomo nell’AI?
Memphis, Tennessee. Là dove c’era una fabbrica di elettrodomestici Electrolux, al 3231 di Riverport Road, ora c’è il più grande datacenter AI del mondo. Tempo di realizzazione: poco più di 6 mesi. Ambizione: decuplicare. Tutto molto Musk, vero?
D’altra parte oltre a non mancargli il cash per farlo con i propri risparmi di una vita, è del 24 Dicembre la notizia che l’iniziativa AI di Musk, battezzata X.ai, ha ricevuto 8 miliardi di dollari di nuovi finanziamenti da un gruppo di investitori, tra i quali i soliti noti Morgan Stanley & co, Nvidia e il fondo di investimento saudita. D’atra parte serve denaro per "capire la vera natura dell’universo", che è il motto fondativo di X.ai.
Ma per capire bene come siamo arrivati a X.ai occorre fare un po’ di cronistoria dei rapporti tra EM e l’AI, che risale a molti anni fa.
2015, nasce OpenAI ed Elon c’è
Se c’è una storia industriale affascinante è proprio la nascita di OpenAI, l’azienda che ha creato ChatGPT e fatto diventare l’AI quella che conosciamo ora. La prima iniziativa di Elon Musk nel campo dell’intelligenza artificiale è stata proprio la fondazione di OpenAI nel dicembre 2015. Musk, insieme ad altri co-fondatori per lo più imprenditori tech oggi multimiliardari - tra loro Sam Altman attuale CEO, insieme hanno diretto il primo board - ha creato OpenAI con l’obiettivo di sviluppare un’intelligenza artificiale “sicura e benefica per l’umanità”. Notoriamente (ne abbiamo parlato diffusamente nell’Ottobre 2024 in AIgeist 34) l’azienda californiana ha cambiato gradualmente, poi nettamente, pelle, diventando una struttura essenzialmente for-profit, e alleandosi strategicamente con uno degli arcinemici (tra i tanti) dell’imprenditore di origine sudafricana, Microsoft. E siccome i simboli contano, Musk, proprio nel 2024, ha creato la sede della neonata X.ai nella precedente sede di OpenAI, nel Pioneer Building, situato al 3180 18th Street nel Mission District di San Francisco - curiosamente Google riporta ancora OpenAI come residente.... Ancora palazzi, ancora muri. D’altra parte questa è senz’altro una lotta di idee, ma è diventata rapidamente una lotta di “brick and mortar”, su chi costruisce più in fretta data center e li riempie di chip Nvidia (a inizio 25 Microsoft ha annunciato che investirà 80 miliardi in un solo anno per questa impresa, sono cifre mostruose anche per i big tech).
Nel dubbio, nelle interviste Musk dice di essere proprio lui “il motivo per cui esiste OpenAI” 👇🏻
Momento filosofia, o delle contraddizioni eloniane
La posizione di Musk sulle linee guida etiche e di comportamento dei servizi AI è uno degli argomenti più dibattuti. La posizione del miliardario è chiarissima: gli Stati devono regolare questa industria come si fa per i voli aerei o le automobili, perché è intrinsecamente pericolosa, come ben spiega sotto:
La cosa interessante è che evidentemente Musk non la pensa nello stesso modo per quanto riguarda il mondo dei media, e questa è di per se un’opinione forte e interessante. Dalla sua acquisizione infatti Twitter, oggi X, ha rimosso una gran parte dei “guardrail” sulla disinformazione. Una delle sue prime decisioni è stata la cancellazione del team dedicato, poi ha rimosso le “labels” sul tema della disinformazione Covid e in generale ha sparato ad alzo zero sugli odiatissimi media tradizionali (giornali e rete televisive) che senz’altro non sono campioni di morale o disciplina, ma certamente subiscono (o godono di) una regolamentazione molto accurata che risale in molti Paesi occidentali fino alle carte costituzionali.
Quindi rimaniamo con un grande dubbio: Musk crede che media e comunicazione siano socialmente MENO pericolosi dell’AI, e quindi non meritino regolamentazioni di dettaglio, oppure, come pensano i detrattori, esprime opinioni guidato dalla sua posizione competitiva sul piano finanziario ed industriale? E quindi, dicono alcuni, vuole X.com molto libero per aumentare il suo potere e il valore di engagement e traffico media, ma vuole regolamentare l’AI perché è in ritardo rispetto al gruppo OpenAI-Microsoft e a Google, Amazon e altri?
La disputa legale è molto complicata
C’è una mail del 2017, pubblicata nel dicembre 2024 sul blog ufficiale di OpenAI nel bel mezzo della battaglia legale che potrebbe mettere nei guai la posizione di Musk nella sua disputa legale contro la virata “for profit” del gigante OpenAI. L’hanno resa pubblica i legali dell’azienda e riporterebbe in modo chiaro l’idea di Musk di preferire esattamente quello che l’azienda è diventata oggi, una “for profit” con a fianco, defilata, una non-profit:
Non abbiamo spazio sufficiente per passare in rassegna la battaglia legale completa, ma vi segnaliamo questo eccellente articolo (in inglese) che fa il punto a Novembre, includendo l’allargamento delle parti in causa inevitabilmente a Microsoft, accusando le sue controparti di un “de facto merger” che lo danneggerebbe come concorrente.
Cosa sta facendo con X.ai
Il nostro uomo è celebre per la sua capacità di realizzare progetti industriali chiari, innovativi, globali, e per questo ha raccolto il rispetto anche dei suoi più feroci detrattori. Da PayPal alle auto Tesla, fino a Starlink (reso famoso dalle recenti dispute nostrane) fino a Neuralink (interfaccia cervello umano-computer) e SpaceX (veicoli e servizi aerospaziali) il suo palmares è impressionante e forse unico negli ultimi anni, e l’ha reso appunto l’uomo più ricco al mondo.
Vista la malparata su OpenAI, la dura posizione presa e la successiva disputa legale, Musk si è visto costretto a creare la sua azienda AI, come dicevamo. Ma cosa fa esattamente? Di sicuro sta facendo training di un language model (con conseguenti dispute con l’Ue per violazione dei diritti sui contenuti) e soprattutto ha lanciato i primi servizi, che vanno sotto il nome di Grok, servizio chat simile a OpenAI che “gira” per ovvi motivi di audience “dentro” X, o l’ex Twitter (potete iniziare a usarlo, se siete iscritti a X, a questo link).
Si tratta, similmente a come sta facendo Meta, di una infrastruttura open source (qui un articolo che spiega bene come e perché) e contiene quelli che sono i tipici moduli e servizi di una piattaforma AI contemporanea - Gemini, OpenAI etc:
Servizio di chatbot linguistico in linguaggio naturale
Una collezione di servizi API lanciate nell’autunno 2024
Un servizio di creazione e analisi di immagini chiamato in codice Aurora
Nel sito non può mancare la prova di forza con gli altri modelli, e ovviamente indovinate chi vince:
E come per Twitter la visione di X.AI su cosa significhi contenuto corretto, woke, guardrail, limiti morali eccetera è davvero particolare. Molti articoli come questo di The Verge spiegano come soprattutto Aurora possa produrre immagini altamente opinabili, che altri sistemi si rifiuterebbero - nel bene o nel male - di produrre.
Pronti?