AIgeist 44 │Le previsioni AI per il 2025: frenata o volata?│L'impatto su un'economia in trasformazione │Un po' meno GPT, molti più Agenti │Tutte le statistiche sul boom del 2024 e oltre
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C’è un’azienda che da sola vale 7 volte tutta l’industria automobilistica europea, indovinate qual è?
La notizia dell’anno secondo noi non è la crescita dell’AI - di quello parliamo ormai da 44 settimane tonde e l’abbiamo visto nascere e crescere. Piuttosto è la crisi di tante e tante certezze, prima da tutte quella della forza dominante dell’industria automobilistica. Per un istante usciamo dal tono pratico e utile di questa newsletter e vi invitiamo a guardare un grafico:
Riportiamo l’andamento dei titoli di borsa di 4 aziende molto note negli ultimi 12 mesi fino ad oggi, 17 Dicembre 2024. I numeri parlano da soli. E ci dicono due cose: la prima è che l’economia USA di suo è in ottima forma, con l’S&P, il più rilevante indice delle azioni USA, che cresce comunque nell’anno del 32%, non male. Ma che due stock che fanno chip per l’AI, l’arcinota Nvidia e la meno nota Broadcom, hanno performance semplicemente favolose, e anche la “vecchia” Google (con la sua capogruppo Alphabet) fa molto bene. E tutto questo nonostante i numerosi richiami al rischio bolla che vediamo nelle cronache. Per ora nulla di ciò è successo (non siamo analisti e ce ne guardiano bene comunque dal prevedere andamenti futuri, cosa pericolosa e illegale, NDR) ma il passato del 2024 parla chiaro: l’AI è la macchina da soldi dell’anno. E si noti bene, OpenAI/ChatGPT - lanciato nel 2022, lo ricordiamo - è ancora privata e quindi non ne conosciamo il valore, ma è stimato in circa 160 miliardi di dollari, quasi 4 volte Volkswagen, anno di nascita 1937…
Per non parlare di Nvidia, sì lei, che vale 3.3 trilioni in borsa, circa 7 volte l’intera industria automobilistica europea).
E parlando di macchine, torniamo alle automobili. Anno horribilis, e anche qui non si vede cosa possa cambiare nel 2025, se non che si venderanno meno auto, si perderanno posti di lavoro e sempre più produzioni si sposteranno in Paesi a basso costo del lavoro. Povera Europa allora, la cui industria automobilistica in drammatica crisi contribuisce al PIL per il 7% contro il 3% degli USA (le dimensioni assolute sono a favore dell’UE di poco, e non per fortuna) mentre nel tech è il contrario: negli USA il settore vale il 10%, in EU il 5%, e in valore assoluto è grande meno di un terzo.
Anche senza fare troppe previsioni, la traiettoria è segnata: se l’Europa non si riposiziona in campo tech come potrebbe fare con le sue straordinarie risorse umane e anche finanziarie, resta solo la rottamazione.
Circa il peso della sola AI nel campo tech generale: in USA pesa “solo” il 15%; in Europa, pur non avendo grandi aziende e nessuna specifica nel mondo dei chip, ha già raggiunto il 10%. Insomma non tutto è perduto, ma bisogna darsi da fare e lavorarci molto e intensamente, lo spazio c’è. Magari puntando sugli ultimi trend, per esempio gli agenti.
Le previsioni fra frenata e volata
C'è chi afferma che, dopo l’exploit del 2024, il mercato dell’AI potrebbe subire uno stop, nel senso che ci saranno meno annunci sensazionali e più applicazioni reali. Ma vediamo cosa ne pensano i protagonisti del settore, partendo da Sarah Friar, CFO di OpenAI, che ha partecipato alla conferenza Reuters NEXT a New York. Per la manager, agenti autonomi e redditività saranno probabilmente i temi dominanti dell'intelligenza artificiale nel 2025 (vedi sotto la scheda esplicativa). Secondo Sarah Friar “le persone rimarranno sorprese dalla rapidità con cui questa tecnologia ci raggiungerà”.
C’è un’altra donna al comando in una grande azienda del settore: Sissie Hsiao, vice presidente e general manager dell’app Gemini di Google. Anche per Hsiao, il futuro dell’AI sarà dominato dalle capacità agentiche, cioè software avanzati capaci di completare compiti complessi in autonomia. Google prevede di rendere Gemini profondamente personalizzato, in grado di ricordare le interazioni passate e agire su richiesta dell’utente attraverso funzionalità multimodali, che integrano testo, voce, immagini e video.
Sam Altman, CEO di OpenAI, ha una visione più ottimistica e futuristica del business. Al New York Times, ha dichiarato che, nonostante l’aumento dei costi e i progressi meno evidenti, “non esiste alcun muro allo sviluppo dell’AI. Anzi, siamo molto vicini alla creazione degli AGI (vedi AIgeist 41 per un approfondimento), sistemi di intelligenza artificiale che possiedono autocontrollo autonomo, un ragionevole grado di comprensione di sé e la capacità di apprendere nuove competenze. Il problema, però, è che la società e i governi non sono ancora pronti ad accoglierla”.
Sundar Pichai, CEO di Google, prevede invece che nel 2025 il progresso dell’AI rallenterà leggermente rispetto ai ritmi attuali. Tuttavia, sottolinea che strumenti chiave, come i motori di ricerca, subiranno trasformazioni profonde e diventeranno ancora più preziosi. Già ora, più di un quarto del nuovo codice prodotto da Google è generato dall'intelligenza artificiale, anche se viene sempre revisionato e approvato dagli umani. L'introduzione massiva di contenuti generati dall'IA renderà la qualità e l'affidabilità delle ricerche online ancora più cruciali. Pichai ritiene che l’AI renderà le aziende più produttive, con un aumento significativo delle capacità dei programmatori e continuerà a evolversi in modo utile e sempre più vicina ai reali bisogni delle persone, soprattutto se non verranno introdotte normative che potrebbero soffocare l'innovazione.
L’AI e la finanza: più produttività, meno profitti (per ora)
Durante la stessa conferenza Reuters NEXT, si è svolta anche una tavola rotonda con i big boss delle grandi banche americane. In questa discussione, diversi leader hanno parlato dell’impatto dell'AI, evidenziando come questa tecnologia stia migliorando la produttività, ma non stia ancora generando profitti diretti significativi. David Solomon, CEO di Goldman Sachs, ha sottolineato come l'AI stia trasformando il lavoro degli ingegneri. “Abbiamo 11.000 ingegneri e produciamo una quantità enorme di codice. Se possiamo migliorare la loro produttività del 20-30% con strumenti di intelligenza artificiale, è un vantaggio enorme per noi”. Tuttavia, Solomon ha riconosciuto che questo aumento della produttività non si traduce immediatamente in entrate aggiuntive. Lo stesso pensiero di Robin Vince, CEO di BNY Mellon, che riconoscendo il valore operativo degli strumenti basati sull’AI, ha evidenziato che il potenziale di generare profitti significativi è ancora una sfida. Dello stesso parere è Kristin Milchanowski, Chief AI and Data Officer di BMO Financial Group: “Stiamo vedendo miglioramenti significativi nella produttività, come la riduzione dei tempi per la produzione di report da oltre quattro ore a meno di una ma i conti ancora non tornano”.
Le previsioni di NVIDIA per il 2025
C’è invece chi ha già le casse piene, come NVIDIA, che prevede un 2025 ancora più ricco, dove i protagonisti saranno gli agenti intelligenti, i robot evoluti e le infrastrutture senza limiti. Secondo NVIDIA, nel 2025 i progressi saranno guidati dalla cosiddetta AI agentica, che svolgerà un ruolo essenziale nelle aziende, ottimizzando operazioni come la gestione dei dati, la personalizzazione dei servizi e la produttività. Un elemento centrale sarà la crescita dei robot umanoidi, grazie a modelli multimodali che combinano visione, linguaggio e azione, rendendoli capaci di comprendere e rispondere a comandi complessi. Pur non ancora perfetti, questi robot inizieranno ad apparire in contesti industriali, nelle case e nei settori sanitari, supportando le persone nei lavori quotidiani e affrontando sfide legate alla carenza di manodopera. Parallelamente, NVIDIA prevede la nascita delle “AI factories”, infrastrutture avanzate progettate per trasformare enormi quantità di dati in informazioni utili e prevedibili, facilitando decisioni aziendali e accelerando innovazioni in ambiti come la logistica, la sanità e la finanza. Per sostenere questa crescita, i data center adotteranno soluzioni come il raffreddamento a liquido, garantendo maggiore efficienza energetica e supportando le elevate richieste di calcolo. L’AI, inoltre, si sposterà sempre più verso il cosiddetto edge computing, con piccoli modelli linguistici che opereranno direttamente su dispositivi e robot, garantendo risposte rapide e consumi energetici ridotti. Questo progresso sarà cruciale per applicazioni come le auto autonome, i robot industriali e i sistemi di controllo urbano.
Il report di Deloitte: gli agenti AI come protagonisti
Anche nel report di Deloitte ritorna il tema degli agenti AI. Oltre all’aumento della domanda energetica, con il consumo dei data center che raddoppierà, si prevede una forte crescita degli AI agent, con il 25% delle aziende che li adotterà nel 2025 e il 50% entro il 2027 migliorandone l’'efficienza aziendale. Infine, il mercato degli smartphone vedrà una spinta grazie all'integrazione di funzionalità GenAI, con il 30% dei dispositivi abilitati entro l’anno, portando a un incremento dei ricavi, soprattutto nei segmenti premium. Un altro dato significativo riguarda il divario di genere nell'uso dell’AI generativa: entro il 2025, le donne negli Stati Uniti raggiungeranno o supereranno gli uomini nell'adozione della tecnologia. Questo rappresenta un cambio notevole, considerando che nel 2023 l’utilizzo da parte delle donne era la metà rispetto agli uomini.
La scheda: cosa sono gli agenti e perché sono importanti
“Nell'intelligenza artificiale, un agente intelligente (IA) è un agente che percepisce il proprio ambiente, agisce autonomamente per raggiungere obiettivi e può migliorare le proprie prestazioni attraverso l'apprendimento o l'acquisizione di conoscenze.”
Fin qui la definizione più classica, tratta da Wikipedia. La descrizione può rappresentare un… essere umano 🙍🏻♂️ (che percepisce, apprende e migliora - si spera…) ma anche, banalmente, il termostato di casa che senz’altro percepisce e corregge il comportamento della caldaia, è in tutto e per tutto un “agente” (e se avesse dentro l’AI, potrebbe capire chi c’è dentro casa, leggere l’agenda per scaldare solo quando non siamo fuori o far partire la caldaia quando l’energia costa meno, un giorno).
L’importanza applicativa degli agenti AI è enorme, perché possono incorporare e interfacciare altri sistemi preesistenti - un po’ come il termostato di cui sopra - e migliorarli. Pensiamo a un normalissimo software gestionale. Addizionato con agenti AI può aggiungere queste funzionalità:
Capacità predittiva (analisi di pattern e anticipazione).
Adattabilità (decisioni dinamiche basate sul contesto).
Automazione autonoma (intervento proattivo senza bisogno di input umano costante).
Questo lo rende uno strumento fondamentale per trasformare processi IT tradizionali in sistemi autonomi, efficienti e intelligenti.
Facciamo un esempio semplice all’apparenza e adatto a tutti: il viaggio da casa all’ufficio (è tratto da una presentazione che facciamo spesso agli studenti che incontriamo. Normalmente noi guardiamo almeno 3 o 4 app prima di partire: il traffico, lo stato dei mezzi pubblici, la disponibilità di biciclette, il meteo eccetera, ma ci mancano ancora tanti dati e soprattutto ogni dato è scollegato da un altro. Ora vediamolo in chiave APP con agente AI:
Tutto questo richiede capacità predittive, mescolanza di informazioni diverse e molte altre cose tutte tecnicamente fattibili senza AI, ma che con gli agenti AI diventano di semplicissima costruzione anche da non specialisti.
Nel grafico sotto vi mettiamo la versione pulita e generalizzata del caso, tratta da un eccellente documento del World Economic Forum sull’economia degli AI agent:
Come ben spieghiamo in altre aree di questo post, ogni azienda attiva nell’AI sta lavorando sul tema e mette a disposizione tool anche gratuiti per prendere familiarità sugli agent. Eccone alcune principali, per approfondire e cominciare a lavorare:
Microsoft: Introducing Azure AI Agent Service
Amazon/AWS: Agenti Amazon Bedrock
Google: Bringing AI Agents to production with Gemini API
Mistral: La Plateforme agent builder
Tutte le statistiche sul boom del 2024 e oltre
In questo link vi aspettano 70 pagine sui più importanti dati dell’AI e sull’impatto che ha avuto e avrà sull’economia globale e il mondo del lavoro. Qui i 10 dati chiave per noi.
1. Valore del mercato globale dell'AI
Nel 2023, il mercato globale dell'AI è stato valutato a 454,12 miliardi di dollari.
2. Dominio del Nord America
Il mercato nordamericano dell'AI è il più grande al mondo, con una quota del 36,84%.
3. Previsione di crescita
Con un tasso di crescita annuo del 19%, il valore del mercato dell'AI potrebbe superare i 2.500 miliardi di dollari entro il 2032.
4. Investimenti governativi negli Stati Uniti
Nel 2022, il governo statunitense ha speso 3,28 miliardi di dollari in investimenti legati all'AI.
5. Applicazioni più comuni nel business
Il 56% delle aziende utilizza l'AI principalmente per migliorare il servizio clienti.
6. Impatto sull'economia statunitense
Si prevede che l'AI contribuirà a un aumento netto del 21% del PIL degli Stati Uniti entro il 2030.
7. Interazione quotidiana con l'AI
Oltre la metà degli americani (56%) interagisce regolarmente con l'AI nella vita quotidiana.
8. Lavori più richiesti nel campo dell'AI
Nel 2023, il lavoro più popolare legato all'AI negli Stati Uniti è stato il Data Engineer, che rappresenta quasi un quarto (23,8%) di tutte le posizioni nell'ambito AI.
9. Stipendi nel settore AI
Nel 2023, lo stipendio medio per un ruolo entry-level nell'AI negli Stati Uniti era di 105.092 dollari, mentre per le posizioni di livello dirigenziale si attestava a 195.787 dollari.
10. Interesse delle PMI
Oltre tre quarti (79%) dei proprietari di piccole e medie imprese intervistati da Microsoft hanno espresso il desiderio di comprendere meglio i benefici dell'AI e come applicarla nelle loro aziende.
Bravi, bravi, bravi! Ogni numero sempre meglio. Complimenti!