AIgeist 43 │ Laboratorio di scrittura creativa │ Uomo batte AI, ma solo se… │ I campi dove non c'è gara │ I modelli linguistici e le soluzioni più efficaci │ La prova: creare biglietti d'auguri unici
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Cominciamo con un presunto fake e con degli esercizi di creatività eseguiti con l’AI che fanno abbastanza orrore. Nel primo caso, il video di auguri inviato a tutti i fans di Mariah Carey su Wrapped di Spotify (che vedete qui sopra), sono stati sollevati dubbi sulla sua autenticità. L’artista ha negato che ci fosse un tocco di AI nel suo messaggio di ringraziamento affermando che la cattiva resa è dovuta solo a un set poco illuminato e del rossetto rosso un po’ sbavato. Il dubbio rimane, in ogni caso come dicono alcuni utenti “a una bella donna con le tette finte” si può perdonare anche un video altrettanto finto. Perché se anche non lo fosse interamente, lo sarà a breve, come spiega questo articolo. La tecnologia è pronta, o lo sarà a brevissimo, la cosa forse più difficile e importante sarà avere delle idee creative a monte e saperle realizzare bene attraverso i prompt. Cosa che non è accaduta nel primo esperimento di Coca Cola. I suoi spot per le festività, che richiamano quello originale del 1995 “Holidays are coming”, generati con l’AI sono orribili! Il risultato è kitch e di magico c’è veramente poco, nonostante la volontà dell’azienda, che spende ogni anno miliardi in pubblicità, di stare al passo coi tempi. Se la creatività dell’AI è questa, possiamo mangiare il panettone quest’anno e anche il prossimo.
Uomo batte AI, ma solo se…
Una ricerca condotta dalla ricercatrice e docente Nina Beguš dell’Università di Berkeley dimostra che il genio creativo umano è ancora più forte di qualsiasi tool di intelligenza artificiale. Beguš, che opera in un nuovo campo di ricerca che lei chiama “artificial humanities”, disciplina focalizzata sull’utilizzo di storia, letteratura e altre materie umanistiche per aggiungere profondità allo sviluppo dell’AI, ha messo a confronto gli scritti umani con quelli artificiali scoprendo che:
mentre gli elaborati degli esseri umani erano ricchi di spunti originali, i sistemi di intelligenza artificiale generavano versioni simili della stessa storia, con lievi modifiche. I racconti AI erano scontati, privi di tensione e farciti di cliché.
Secondo il suo punto di vista il linguaggio è connaturato negli umani e ci sarà sempre bisogno di scrittori di qualità per generare romanzi e racconti di qualità. E poi aggiunge “Sono davvero curiosa di vedere in futuro quali intuizioni gli scrittori saranno in grado di ottenere dalle macchine, se c’è qualcosa di effettivamente valido, che valga la pena di essere fatto. Finora non c’è stato. Quel che è certo è che questa tecnologia trasformerà la scrittura”. Sul come è ancora presto per dirlo.
Attenzione alla manina che però uniforma
L’incentivo AI dà una spintarella a tutti. Lo hanno verificato due ricercatori, Anil Doshi della UCL di Londra e Oliver Hauser dell'Università di Exeter, in questo paper “Generative AI enhances individual creativity but reduces the collective diversity of novel content” che approfondisce la questione se l’AI stimoli o meno la creatività. Quello che emerge è che ricorrere ai chatbot intelligenti è proficuo sia per chi ha già stile e fantasia, sia per i meno dotati. C’è però un aspetto che viene a galla nella valutazione complessiva
l’AI generativa professionalizza la scrittura ma riduce la varietà negli output creativi. La tecnologia spinge verso la monocoltura ed è priva di sense of humour. Il rischio di perdere le sfumature, ad esempio nei prodotti delle aziende editoriali, è di essere sommersi da un fiume di contenuti tutti uguali
Alla lunga quindi utilizzare gli LLM come fonte di ispirazione o idee, e qui torniamo al concetto già anticipato dai cervelloni Noam Chomsky e Gary Marcus (vedi AIgeist n.3) è paragonabile a prendere gli steroidi per aumentare forza e massa dei muscoli. Lo afferma anche questa ricerca dell’università di Toronto:
l’uso ripetuto di grandi modelli linguistici potrebbe compromettere la nostra capacità di pensare in modo creativo e autonomo. È vero, possono migliorare le prestazioni quando li utilizziamo, ma sono come steroidi che danno il boost durante una gara
Quello che è emerge poi, anche se va ulteriormente approfondito secondo i ricercatori, è il problema dell’omogeneizzazione delle idee che riappare come eco anche nei test effettuati dopo che i partecipanti avevano smesso di usare GPT-4o. A lungo termine, se non si interviene sugli agenti degli LLM, questo livellamento potrebbe avere implicazione negative su cultura e società.
Pensiamoci bene quindi prima di affidarci ciecamente alle funzionalità di imitazione della scrittura che ci forniscono ChatGPT di OpenAI e Gemini di Google e Anthropic con Claude. Strumenti che ci permettono di addestrare il chatbot in modo che imiti il nostro stile personalizzandone anche il tono- formale, colloquiale o amichevole.
Chi sarà poi il miglior paroliere?
I modelli linguistici più efficaci e ricchi di funzionalità: i modelli generali
Come a tutti ormai noto anche il semplice e gratuito ChatGPT “base” sa parlare, riassumere, chattare allegramente e produrre cose benfatte e sensate. Si tratta dopotutto di interfacce basate su modelli linguistici potentissimi e esecitate su miliardi di ottimi documenti.
Ma se usciamo un pochino dal convenzionale arriviamo a un primo bivio: da un lato i grandi modelli e le loro interfacce per utenti - parliamo di ChatGPT, Gemini, e Llama in particolare. In questo plotone si distingue Claude di Anthropic, in particolare nella sua versione Sonnet. Con singolare modestia, ecco cosa ne pensa ChatGPT stesso interrogato da AIgeist:Per la scrittura creativa, Claude 3.5 Sonnet si distingue per la sua capacità di produrre risposte naturali e simili a quelle umane, mantenendo coerenza anche nei testi più lunghi. ChatGPT rimane un'opzione versatile e affidabile, mentre LLaMA 3.1 offre flessibilità ma potrebbe non eguagliare le capacità di scrittura creativa degli altri due modelli.
Insomma primo inter pares, se possiamo usare un’espressione non da GPT base. Anthropic stessa, casa produttrice di Claude Sonnet, riporta non smentita una completa tabella comparativa a questo link dove il confronto appare imperiosamente a suo favore.
Abbiamo fatto per voi un test, chiedendo a Claude di scrivere una poesia che parla di stelle marine ispirate al poeta Zanzotto. Il risultato è… non classificato, ma il rispetto del prompt è impressionante, come anche le opzioni a disposizione sul tipo di output richiesto. Chissà se il poeta pievesano (da Pieve di Soligo, sua terra natale) avrebbe apprezzato la macchina parlante… ma questa è un’altra storia.
I sistemi linguistici più efficaci e ricchi di funzionalità: i modelli verticali e specialistici
I modelli generalistici hanno dalla loro potenza, multilinguismo spinto e capacità di mescolare testi, immagini, formule matematiche in opere davvero uniche. Ma hanno anche dei difetti, e ne citiamo due in particolare: non hanno funzionalità ultraspecializzate su tono, stile e altre qualità della creatività scritta, e hanno dei strettissimi “guardrail” entro cui muoversi. Uno gigantesco è quello della pulizia/polizia morale, che impedisce ai sistemi di usare parole ormai sdoganate anche in prime time su RAI 1 (le lasciamo alla vostra immaginazione) e a negarsi intere aree tematiche, come i racconti o le poesie erotiche, ma anche vaghe allusioni che sembrerebbero innocue in una qualsiasi serie Netflix.
Ecco una risposta classicamente puritana del solito Claude a una richiesta di scrivere racconti erotici:
Mi dispiace, ma non posso aiutare a creare contenuti esplicitamente erotici. Posso però aiutarti a scrivere poesie d'amore e di romanticismo che mantengano un tono appropriato e di buon gusto. Se ti interessa, possiamo esplorare questo tipo di poesia più delicata e suggestiva.
Che carino… Abbastanza imbarazzante, e ci perdonerete il gioco di parole.
Ma a parte questo dettaglio bizzarro, il tema è la specializzazione. Sono dunque nati molti - dozzine - di servizi dedicati a scrittori ad alta intensità che qui illustriamo con lelro caratteristiche essenziali, partendo dai più popolari:
Jasper.ai
La sua specializzazione sono i contenuti markettari aziendali, e forse per questo è uno dei più utilizzati e testati. Lo citiamo quindi per completezza, certo è creativo, ma nel dominio in qualche modo ristretto dei blog post e delle newsletter (sic.)
Sudowrite.com
Qui invece siamo nel campo della specializzazione “creativa”. L’interfaccia evidenzia proprio i requisiti richiesti a chi scrive per davvero, guidando passo a passo alla creazione, per esempio, di un libro di narrativa “senza colpo ferire”.
Impressionante la funzione “brainstorming” dove si possono abbozzare storie e personaggi, bizzarra quella “describe” dove letteralmente possiamo accendere i cinque sensi - o una selezione - più le metafore collegate per dare un’impressione di qualcosa. Si possono inoltre creare delle specie di “miniGPT” dei singoli personaggi di un racconto per far sì che in funzione della situazione reagiscano, agiscano o parlino come da loro schema di comportamento base predefinito. Suona famigliare con l’ultimo racconto giallo-rosa scaricato sul vostro Kindle? A noi sì, eccome.
Novelai.net
Questo servizio è meno strutturato del precedente e in qualche modo lascia più libertà, è se vogliamo simile a un ChatGPT specializzato. Già a partire dal look&feel sembra dedicato al mondo del fantasy, e non a caso è integrata una funzione che permette di dare forma grafica ai personaggi, in pieno stile anime. Al cuore tecnologico c’è Llama di Meta, reso specifico per questa applicazione La voce di Wikipedia che li riguarda riporta la controversia del mondo manga giapponese verso l’azienda, che non ha base fisica e sembra basata nel Delaware (USA), luogo famoso per aziende prestanome. La questione riguarda l’abilità del sistema di “ispirarsi” a tradizionali personaggi dell’arte del disegno nipponica per creare i propri character, riutilizzandone la proprietà intellettuale senza permesso.
Segnaliamo infine altri servizi specialistici meno diffusi, come Writify.ai, sorta di collezione di strumenti di scrittura per mail, blog eccetera, e Squibler.io, dedicato alla letteratura in varie forme, ma la lista si allunga subito e supera i 20 nomi, come riportato in questa veloce ma completa rassegna.
Se invece cercate una comparazione di dettaglio ultraspecialistica, vi segnaliamo questo articolo che pur fermandosi al 2023 è davvero completissimo su costi, funzionalità e specializzazioni.
E allora, che sia un Buon Natale - a partire dal biglietto di auguri
Lo spunto iniziale di questa edizione di AIgeist viene da un caso reale. Una nostra lettrice doveva scrivere un biglietto di auguri di compleanno per l’anziana zia, 80enne. A corto di idee, ci siamo rivolti a ChatGPT, e il risultato è sembrato a tutti precario, freddo, meccanico e senza cuore. Vi riconoscete? (non voi, l’esperienza di far fare a GPT cose con un po’ di ironia, o spirito, o sentimento…).
Allora facciamo un gioco finale, e proviamo a far scrivere a un po’ di tool un augurio di Felice Natale e Anno Nuovo ai lettori di AIgeist da alcuni sistemi di scrittura. Ecco i risultati:
ChatGPT
Buon Natale e Felice Anno Nuovo da AIgeist!
Cari lettori,
grazie per aver condiviso con noi un anno ricco di scoperte e ispirazioni nel mondo dell’intelligenza artificiale. La vostra passione ci riempie di gioia e ci sprona a dare sempre il meglio.
Vi auguriamo un Natale pieno d’amore e un 2025 ricco di sogni realizzati e nuove avventure da vivere insieme.
Con affetto,
Il team di AIgeist
Abbastanza banale, no? Per noi power user, diremmo “tipico GT”, corretto, preciso, formalmente ineccepibile ma anche senza fantasia.
Ora tocca a Claude Sonnet, versione concisa
Carissimi lettori di AIgeist,
In questo Natale, mentre l'AI continua a evolversi, celebriamo ciò che ci rende umani: la capacità di emozionarci e sognare insieme.
Che le festività portino nelle vostre case il calore della tradizione e la scintilla dell'innovazione, e che il 2025 vi regali infinite possibilità di crescita e scoperta.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo!
Con affetto, La redazione di AIgeist
Già meglio, no?
Ecco invece cosa ha partorito, in un pasticcio di prompt e idee più o meno allucinate, NovelAI, un lampo di genio: